“Due un pò così”, dal 23 Febbraio al cinema

 

 

 

Sant’Angelo le Fratte: “Due un po’ cosi”, Dal 23 febbraio al cinema, il film di Daniele Chiariello girato tra la valle del Melandro e il territorio di Brescia.

 

SANT’ANGELO LE FR. –  Ha dell’imprevedibile e del paradossale la trama del film di Chiariello  “Due un po’ così”, che, a partire dal 23 febbraio, viene proiettato in diverse sale cinematografiche d’Italia. Dopo il successo di “Zio Angelo e i tempi moderni” del 2014, premio Rossellini,    Chiariello torna di nuovo in scena con un film brioso che tratta di due giovani disoccupati che perdono il lavoro al nord e lo vengono a cercare al sud. La vicenda è a dir poco paradossale,  perché, nella realtà, succede tutto il contrario. Una commedia divertente e ironica che lascia però molto spazio alla riflessione. Le vicende sono state girate per gran parte sul territorio di  Satriano di L. e Sant’Angelo le Fratte  – che, nella finzione scenica, è diventato Sant’Angelo di Lucania – e poi Savoia di L., Caggiano, Tito, Polla e diversi paesi della provincia di Brescia, come Sirmione, Coccaglio, Provaglio, Timolino e Padernello. Protagonisti, Elio Angelini, nei panni di Totonno, giovane del posto che ha cercato di fare fortuna altrove, come operaio saltuario delle ferrovie, però è costretto a fare ritorno al sud, perché il lavoro lo ha perso;  Dacian, giovane rumeno, amico di avventura di Totonno, interpretato da Paolo Granci, conoscerà anche lui la realtà di Sant’Angelo della Lucania.  Qui, i due, dopo aver tentato la strada della raccomandazione, cercheranno di arrangiarsi a vivere, facendo dei lavori saltuari e per lo più gratis, ma finiscono nell’incomprensione generale e saranno costretti ad emigrare di nuovo al nord dove, con un risarcimento illegale, per aver simulato un incidente di tamponamento e finte ferite riportate sul corpo, apriranno un’attività di pompe funebri. Coprotagonisti Peppe Servillo, nei panni del maresciallo dei carabinieri di Sant’Angelo; Gianluca Guidi, sindaco del paese, Bruno Nataloni , assessore; Felice Avella, amico di Totonno; Antonella Valitutti, segretaria del sindaco; Autilia Ranieri, nei panni di Ruja sorella di Dacian di cui si innamora Totonno e tanti altri attori brillanti reclutati dal territorio.  La sceneggiatura è firmata dallo stesso Chiariello  insieme a Roberto Lombardi. Approfondendo, la storia narra  di due giovani sfigati, Totonno, emigrato dal profondo sud,  e Dacian, immigrato, che si incontrano in qualità di operai saltuari delle ferrovie, nel territorio di  Brescia. I due diventano amici e Totonno si innamora della di lui sorella Rujia, che, oltre a fare la barista offre le sue grazie agli avventori “assetati”. Entrambi vengono licenziati e Totonno è costretto a sottrarre soldi dal libretto di risparmio della mamma – interpretata da M. Caggiano – pensionata di Sant’Angelo, per sopravvivere. La storia non può durare a lungo; di qui la necessità di far ritorno, per Totonno, nella terra natale, portandosi dietro anche l’amico Dacian. Qui, nel profondo sud, è in corso una campagna elettorale per le elezioni del sindaco.   I  due contendenti sono il sindaco uscente e Totonno “o cavallaro”, interpretato da Carmine Caputo. Quale occasione propizia per farsi raccomandare!? … Ma non c’è verso, uno dei due sfigati, Dacian,  trova solo un lavoro saltuario come badante. Infatti, gli viene affidato un anziano in grave stato di salute. L’esperienza finisce in un fallimento. E allora bisogna tentare la fortuna con lavori occasionali e gratis in cambio di “pomodori e formaggi”, insomma un ritorno al baratto; in pratica, prestazioni contro derrate alimentari, sfidando la burocrazia e le diffidenze del posto. I due aprono un ristorante e le attività, nel paese, vanno anche bene. “Se in paese i lavori pubblici non si possono fare, per mancanza di fondi, perché non farli sotto forma di volontariato?” Si chiedono i due avventori. E cosi si mettono all’opera, si riparano buche, si aggiustano i bagni della scuola e tubature varie, coadiuvati anche da Rocco, un contadino del posto. Ci sono, insomma, i semi di una pericolosa e silenziosa anarchia … Per questo, si ribellano i commercianti;  il sindaco uscente è costretto a mentire sulle riparazioni, sostenendo che gli operai riparatori sono stati mandati dal comune … la cosa diventa insostenibile, anche perché sembra che il tutto sia una trama per far perdere il sindaco in carica. Meglio far intervenire le forze dell’ordine … e così i due avventori si adattano a fare un lavoro di distribuzione di mozzarelle, e, sotto mentite spoglie, scaricano anche pacchi sospetti, per conto di Carminuccio o cavallaro. Nel mentre, però,  si verifica un incidente automobilistico  a cui fa seguito una disabilità finta ma riconosciuta. I due vengono risarciti e saranno costretti di nuovo a tornare a Brescia, e qui , con i risarcimenti illeciti, apriranno una vera agenzia di pompe funebri, nella quale, poi, si scopre socio anche Totonno “o cavallaro”, nuovo sindaco di Sant’Angelo di Lucania. L’odissea per i nostri protagonisti non è finita, ma il resto della storia occorre solo immaginarla. “Questo film – sostiene il regista –  è indipendente e, nella sua leggerezza, vuole essere anche una significativa critica dei costumi. In questo mio lavoro – continua Chiariello – c’è tanta Basilicata che ho voluto mettere in relazione con la cultura del nord”. Belle e suggestive le panoramiche del territorio; essenziali i dialoghi; buono il livello interpretativo degli attori, alcuni dei quali reclutati dal territorio.

 

18 Febbraio 2017