Convegno su Pier Amato Perretta

 

 

 

 

 

 

Nel pomeriggio di sabato 15 Luglio, alla vigilia della festa della Madonna del Carmine, si è svolto nella sala consiliare di Laurenzana un convegno  “Sul filo della Storia e della Memoria”, omaggio a Pier Amato Perretta, cittadino di origini lucane che ha fatto la Storia a Como. L’iniziativa, di alto spessore storico – culturale, è stata organizzata dalle locale pro loco. Al tavolo degli interventi: oltre al presidente della locale pro  loco e il sindaco della cittadina Michele Ungaro, lo scrittore Gianni Maragno;  il presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea di Como, Giuseppe Calzati; la prof.ssa Rocchina Motta, responsabile di uno dei progetti di alternanza scuola – lavoro presso il Liceo Scientifico G. Galilei di Potenza. Progetto che ha visto coinvolti un nutrito numero di studenti nel lavoro di ricerca su  Perretta. Nel corso della manifestazione, particolarmente toccante, la performance teatrale sul personaggio che ha visto coinvolti i giovani studenti del Liceo Scientifico G. Galilei, Lucio Musciacchio, Vincenzo Pascale, Paoloa  Furone, e Roberta Diamante facenti parte del   laboratorio teatrale dello stesso Istituto  curato dal prof. Monaco Antonio. In  soli venti minuti, i giovani attori hanno messo in scena alcuni momenti importanti della vita del magistrato  Pietro Amato Perretta, meglio noto come Pier Amato Perretta,  magistrato e politico antifascista italiano. Perretta nasce a Laurenzana, un piccolo borgo dell’Appennino Lucano, il 24 febbraio 1885. I genitori, Fortunato e Vincenzina, attivi nella Carboneria, partecipano alle diverse vicende politiche della lotta antiborbonica, tra cui l’insurrezione di Potenza del 18 agosto 1860. Consegue la laurea con lode in legge all’Università Federico II nel 1906. Giovanissimo diventa magistrato.Dal temperamento irruento, subirà il carcere, il confino, la persecuzione e la povertà. Dal 1943 milita nella Resistenza, fonda la Lega insurrezionale Italia Libera e aderisce al PCI. Vive i suoi ultimi anni nella clandestinità, salvo poi venire catturato e ucciso per mano fascista durante un agguato nella sua casa di Viale Lombardia a Milano. Ferito, rifiuta l’operazione che gli avrebbe salvato la vita per evitare di essere preso in ostaggio dai tedeschi. Muore il 15 novembre 1944 all’Ospedale Niguarda di Milano. Dopo la sua morte, la brigata garibaldina, che aveva fondato prenderà il suo nome. Fra qualche anno, data lo spessore e la staturaa morale e civile del personaggio, la cittadina di Laurenza, gli dedicherà una piazza e un monumento – promette il sindaco della cittadina