Il pittore Cancro dona alla sua comunità 244 opere

 

 

 

 

 

 

 

 

SANT’ANGELO LE FR. – Il pittore Michele Cancro, nato a Sant’Angelo, nel 1948, già docente presso l’I.T.I.S. “A. Einstein” di Potenza, dona alla sua comunità ben duecentoquarantaquattro opere, tra acquerelli, oli su tela e  ritratti  di volti, alcuni dei quali noti e riconoscibili dalla gente del posto. Un gesto di grande generosità che il pittore, grato,  fa alla sua gente, al paese che ha ispirato diverse sue opere pittoriche. Molte delle sue creazioni sono state già esposte e lo saranno per sempre nella casa così detta  di Cus’tore (cucitore), attigua al palazzo Galasso, e destinata dall’ amministrazione comunale a pinacoteca permanente dedicata proprio a concittadino.  L’immobile, prima fatiscente, viene venduto al comune e recuperato con i fondi Fesr, pari a circa 400.000 euro. Oggi la struttura si presenta, sia nella facciata esterna che al suo interno, particolarmente suggestiva. A stretto giro di tempo, l’inaugurazione e l’atto formale, alla presenza di un   notaio, per la cessione permanente  delle opere al comune.  L’attività pittorica di Cancro comincia intorno agli anni settanta; nel decennio successivo, il pittore elabora una considerevole serie di proposte pittoriche importanti, in mostre personali,  in qualificate collettive e nella partecipazione a rassegne di rilievo nazionale, come l’edizione del “Premio Arte Mondadori” nel 1984, che gli valse la segnalazione fra i primi cento finalisti su 2194 partecipanti. In seguito, l’artista ha allestito mostre personali anche all’estero, come a Fravenfeld in Svizzera, Stoccarda e Parigi. Nel 2005, una delle sue opere  “Siluri umani” è stata premiata con la medaglia e stelletta militare  d’oro della  Repubblica Italiana,  quale vincitrice della terza mostra nazionale di arti figurative “Memorie Patrie”. Diversi i critici d’arte che si sono interessati alla sua pittura, come Franco Solmi, N. Bianchi, V. Marchisio e tanti altri. Tutti concordano nel ritenere che la sua pittura trae ispirazioni da radici storiche e dagli impressionisti come Cèzane. “La natura trattata appare sempre uguale ma sempre diversa con mille sfaccettature diverse” – così V. Marchisio. I colori di Cancro sono dolcissimi e sfumati, ma quelli prevalenti sono il blu e il rosso che rappresentano, al dire dello stesso autore, la tensione  esistenziale dell’uomo continuamente proteso tra la finitudine della vita e il grande bisogno di evadere da essa, sognando l’infinito. Di qui il suo grande interessamento per i temi religiosi che invitano a superare il dolore, con la speranza e la fede. In tal senso, vanno letti  il polittico sulla crocifissione, la natività e  diverse altre opere. “L’autore, come un fanciullo, contempla le sfumature della natura, i volti e, commosso,  traduce i moti del suo animo in dolcissime capriole di colori” – questo secondo l’unanime riconoscimento.