La rassegnazione alimenta le ingiustizie ed apre le porte alle barbarie (G Vico)

 

L’indifferenza e la rassegnazione alimentano le ingiustizie ed aprono le porte alle barbarie. Questo è  il pensiero del noto filosofo napoletano G. B. Vico. Come dargli torto?!… Già dall’aprile 2013, l’allora rieletto presidente della repubblica Napolitano invitava il parlamento italiano a fare le riforme istituzionali e, in primis, la legge elettorale che desse sovranità al popolo italiano, nel momento in cui viene chiamato alle urne. Richiamo rimasto inascoltato, perché tutti i partiti non pensano ai cittadini, ma pensano piuttosto alla propria sopravvivenza politica, ignorando quali fossero i desideri e le giuste rivendicazioni del “popolo sovrano”.  La crisi economica sta ormai mordendo circa dieci milioni di Italiani,  la macchina della politica, non solo non ha fatto niente per diminuire le spese e ridurre i privilegi,   cerca, invece, in tutti i modi, di conservarli. Questa è diventata enorme, sproporzionata alle forze economiche del paese e quasi inutile, visto che ormai comandano i poteri economici forti e la corruzione che si veste sempre  più di formale legalità,  minando il tessuto connettivo della società. E’ ovvio che a qualcuno potrebbe venire in mente di capeggiare una rivolta popolare o addirittura pensare ad un colpo di stato, generando  forme di barbarie che scaturiscono sempre quando lo stato sociale  è sofferente. Sono già in tanti, circa il 50%, a non recarsi più alle urne, perché non hanno più fiducia alcuna nelle istituzioni. Questo di per sé è già molto grave e dovrebbe destare non poche preoccupazioni agli intoccabili.  Gli uomini  politici cambiano  casacche, ma sono sempre gli stessi e i risultati peggiorano ogni giorno di più. Lo scontento c’è,  ma tutti si comportano come se il problema non riguardasse loro. La corruzione non solo non è diminuita, ma è aumentata e viene accettata passivamente  come se fosse un fatto fisiologico, se non addirittura, in qualche caso,  giustificata da più parti. Come a dire: la corruzione c’è, ma noi non ci possiamo fare niente per debellarla, se non con la retorica, e quindi vale la pena  accettare tutto con estrema rassegnazione.  La disoccupazione giovanile ha raggiunto percentuali molto elevate, negando, ad un’intera generazione, sogni e futuro, eppure la cosa non desta sconcerto e indignazione, perché i grandi della terra stanno bene e dispongono dell’80% delle ricchezze mondiali. Gli ultimi, come fra Galdino, devono mendicare le noci per la sopravvivenza del convento. Le banche vanno in fallimento, gli insolventi creditori, nomi illustri, non solo rimangono impuniti, ma i loro nomi non vengono resi pubblici per la famigerata e pretestuosa privacy. Gli stessi istituti di credito hanno potuto avere i loro soldi, prelevandoli dalle tasche degli italiani, con la complicità della politica e del governo. Anche questo non scuote più di tanto gli italiani. Il fisco, in nome della lotta all’evasione, controlla in modo asfissiante solo i piccoli imprenditori, quelli che cercano di sopravvivere, ma i grandi non si toccano, si dice, per salvaguardare i posti di lavoro. L’età pensionabile è oramai salita all’età anagrafica di 67 anni, e,  di sicuro, nei prossimi anni, sarà portata a settanta. Eppure un politico, il cui curricolo viene percepito dall’opinione pubblica come inutile e improduttivo, dopo pochi anni di legislatura, ha diritto al vitalizio che poi spetterà anche ai familiari per diverse generazioni. I politici possono cumulare più pensioni, mentre una massa enorme di persone spera di poter accedere al reddito minimo di inserimento. In nome degli affari, più che del futuro di un paese, stiamo rendendo legale la distruzione di diversi territori,  chiudendo gli occhi e facendo finta di non vedere, anche se, la cementificazione selvaggia abusiva e le estrazioni petroliferi continuano a inquinare e a compromettere irrimediabilmente le prospettive di intere aree nonché la salute dei cittadini, vedi per esempio la val d’Agtri. Io mi chiedo, negli interessi di un popolo o solo negli interessi di pochi?  I soliti magnati, dopo aver devastato un territorio,  vano via, lasciando dietro di sé devastazione e desolazione!…. E il costoso mondo della politica cosa fa? Guarda e passivamente assiste incurante alle istanze che vengono dal basso.  Un altro grande paradosso è il seguente: Parliamo di turismo e inquiniamo. E dove questo accade, dobbiamo concludere che  questo fenomeno non è frutto di programmazione ma solo della retorica del turismo. Un giorno, spero che almeno la natura, incurante deglim interessi dell’uomo, si possa ribellare ai tanti scempi. La scuola pubblica, si dice da più parti, non funziona, e il livello culturale degli studenti risulterebbe di basso livello. Sarà vero, ma perché i genitori continuano a giustificare i figli e a coprire le loro inadempienze?  Perché non si boccia più? Bisogna correggere i comportamento di bonismo, perché questi generano la convinzione che tutto sia dovuto, che tutto si debba pretendere senza dare.  Perché ai docenti meritevoli che dedicano tempo ed energie all’attività scolastica, non vengono premiati e incentivati?…. Il livellamento sociale ha quasi del tutto spento gli stimoli alla ricerca, all’impegno e alla dedizione massima nell’azione educativa. Se tutti devono essere promossi, se il titolo di studio vale poco quanto niente, allora gli studenti si chiedono: perché studiare?!… Questa nostra società ha avuto il merito di aver seminato la corruzione in tutti i settori; di aver abbassato il livello di preparazione dei nostri giovani; di aver inquinato e distrutto il territorio in nome degli affari di pochi; di aver creato privilegi a poche persone; di aver aumentato il diaframma tra gli eccessivamente ricchi e gli eccessivamente poveri, a danno della classe media, l’unica che ha sempre pagato le tasse; di aver distrutto vaste aree di territorio in nome della speculazione, eppure tutti sanno che noi viviamo essenzialmente di natura non di affari; di aver spento sogni ed energie ad una generazione di giovani che non riesce a sperare nel proprio futuro. C’è di che indignarsi!… Ci sono cose contro cui ribellarsi, avendo sveglia la coscienza di uomo e di cittadino!… Eppure nessuno parla, o,  se alcuni  lo fanno è solo per fare retorica e avere visibilità ed per essere al centro dei mass media, al centro delle attenzioni, da cui poi speculare e ricavarne vantaggi. A cosa possono servire queste amare riflessioni, se circa 8 milioni di persone si lasciano edulcorare la coscienza da Telenovelas, o da trasmissioni come: C’è posta per te, o L’isola dei famosi, etc. Come possono arrivare queste o altre riflessioni, se la gran parte delle persone si lasciano ammaliare dalla magia dei cellulari e dedicano circa 6 ore al giorno, per ricevere e rispondere a stupidi messaggi con la ormai celeberrima espressione: mi piace! Io mi chiedo: non è forse tempo sottratto al lavoro? Allo studio? O comunque ad attività utili?!…. L’illusione di essere al centro del mondo e di stabilire contatti è solo un fatto virtuale, perché, alla fine, l’uomo rimane solo con la sua solitudine e i suoi problemi. Subiamo passivi il tutto!.. Allora perché lamentarsi?.. La rassegnazione consente ai furbi di sfruttarci, di non trattarci come cittadini, ma come soggetti utili o inutili, a secondo delle circostanze. Queste potrebbero essere le barbarie di cui parlava il filosofo e lo stato diventa, ogni giorno di più, una macchina che favorisce pochi privilegiati a danno di molti altri. Che la democrazia diventi consapevolezza, partecipazione, massa critica e soprattutto assunzione di responsabilità in tutti settori dal pubblico al privato!…..