Caramuel, il grande sconosciuto (1606 – 1682)
Madrid gli diede i natali,
Vigevano ne accolse le venerate spoglie,
dopo aver adornato sua cattedrale,
con una facciata curva,
simmetrica alla piazza.
Peregrinante, ma ostinato negli studi,
a Lovanio, si addottorò in Teologia,
poi girò l’antico continente
di cui conobbe le brutalità della guerra:
quella tra religioni – si disse.
Per essa organizzò la resistenza a Praga
contro i protestanti,
a tanto fu insignito
dallo stesso Ferdinando 3, imperatore.
Possibilista, partecipò alla distensione,
quando gli uomini, stanchi della guerra,
a Westfalia si decisero alla pace.
Fu architetto
e alla retta predilesse la curva,
e della falsa prospettiva
criticò aspramente l’autore del colonnato
nella città dei papi.
Fu avido ricercatore di una lingua universale,
senza trascurare i segni convenzionali.
Inventò il sistema binario:
un seme da cui, in futuro,
la ricerca trarrà linfa vitale;
applicò i logaritmi
nel misurare gli intervalli musicali.
Fu Investigante e probabilista
E, dell’accademia, accettò il metodo sperimentale.
Fu vescovo e, di anime, pastore
nelle comunità di Campagna e Satriano,
ove, tra il belare delle pecore
e il fragore dei torrenti,
trovò poveri stremati,
Dalla fame e dalla peste.
Impiantò, orgoglioso, una tipografia
All’ombra della montagna Carpineto,
in un villaggio umile
Scelto, come dimora, dai porporati.
Qui provò a catechizzare un clero
avido e analfabeta;
lottò contro le confraternite,
Intende al lucro più che alla fede;
scomunicò il signore di Salvia,
Abusivo delle terre di Perolla;
fu vicino ai poveri e ai bambini,
Comunicò con le menti eccelse;
Vestì panni di umiltà;
Lottò contro soprusi;
ma, soprattutto, pensò e scrisse,
Nella sua “Arca Santa”
Che fece impiantare, tra le cantine,
il Mariae Liber e tanti altri sudati studi.