Emigrazione – Immigrazione, un fenomeno che appartiene alla storia di tutti i tempi

Il fenomeno immigrazione-emigrazione c’è sempre stato nella storia e continuerà ad esserci. Basta ricordare il biblico calvario del popolo ebreo. Solo gli stupidi possono pensare il contrario. La storia è eloquente in tal senso. Masse di disperati abbandonano luoghi e aree invivibili, per diverse ragioni, ed emigrano in cerca di un habitat migliore ove si possa vivere in condizioni più umani. Frenare i flussi migratori è a dir poco un’utopia e tentare di farlo è solo miopia politica che  fa solo il gioco dei delinquenti scafisti che approfittano della disperazione per lucrare in cambio di false illusioni e fa diventare i mari, come il mediterraneo, un cimitero. Tentare di separare i bambini dai genitori fa del presidente degli Stati Uniti una figura opaca, quanto meno sono discutibili le sue decisioni. Oggi, il fenomeno, però, ha assunto vaste proporzioni ed è diventato globale, al punto da non risparmiare nessun continente. Cambiamenti epocali si stanno profilando all’orizzonte: stravolgimenti climatici, nuovi confini geografici, nuove divinità che sostituiranno le vecchie, nuove culture, nuovi linguaggi. E di fronte a questi fenomeni non ci sono muri che tengano.  Ma, di fronte a tanto, gli stati ricchi cosa fanno?

Quali le cause?

Intanto il cambiamento climatico ha reso deserto diverse aree del sud del Sahara e dell’Asia ciò  rende la vita impossibile in diverse aree geografiche: siccità, precipitazioni alluvionali, mancanza di acqua potabile, etc.;

le guerre civili fra tribù,  gruppi etnici,  religioni,  trafficanti di droghe, fanatismi  rendono la convivenza tra gli uomini praticamente impossibile; al momento, infatti, circa trenta conflitti, di vario genere, insanguinano il pianeta terra, trasformandola in un calvario di dolore;

La colonizzazione da parte del mondo occidentale, nella storia, ha spogliato alcuni paesi del terzo mondo delle loro ricchezze ed ha fatto opera di disumana deportazione, in cambio di poco e niente;

I debiti contratti da parte dei paesi poveri nei confronti dei paesi ricchi, rendono quasi impossibile ogni forma di investimenti per elevare le sorti dei paesi svantaggiati ( solo un dato: l’acqua potabile è negata a diversi milioni di persone);

La primavera araba ha eliminato i vecchi dittatori che facevano da argine sulle sponde del mediterraneo;

I paesi poveri sono diventati discariche abusive dei paesi industrializzati oppure essi sono colonizzati da insediamenti industriali in cerca di manodopera a buon mercato.

 

 

Quali le conseguenze?

Il fenomeno immigrazione cambierà sicuramente le nostre culture, le nostre abitudini, i nostri schemi culturali nonché le nostre strutture  sociali ed economiche;

Il fenomeno sicuramente ci ha messo e ci metterà in crisi. E’ la sfida che attende le generazioni future. Arroccarsi sul passato è solo una illusione e sicuramente saremo travolti da una massa di disperati che non ha niente da perdere, a cui forse si conviene far fronte pacificamente, restituendo loro e nelle loro terre, ciò di cui ci siamo impossessati per diventare ricchi.

 

Cosa fa l’Europa?

L’Europa unita, senza una politica unitaria al riguardo,  si è dimostrata e si dimostra incapace di far fronte al problema. I paesi che la compongono si dimostrano divisi e litigiosi. Tutti  o quasi tutti tendono al protezionismo: proteggere i confini, i valori delle proprie civiltà, la cultura, la religione e altro.

Non ci sono armi, minacce o altri rimedi di forza per mettere paura chi non ha niente da perdere. Una massa che desidera solo sopravvivere. Mai come oggi è necessario che l’Europa impari la lezione: la violenza, i muri, i respingimenti forzati non sortiranno alcun risultato se non quello di fare il gioco sporco degli scafisti ed ampliare il numero dei morti. Oggi il mediterraneo ne contiene dal 2008  ad oggi circa 34000 mila.

Il numero di persone sempre crescente delle persone di colore, il nostro calo demografico, le nostre stesse ricchezze ci rendono fragili di fronte alle inondazioni di immigrati.

E’ un errore respingere, ma è una necessità  accogliere e integrare per evitare che le moschee possano cancellare le nostre chiese, per evitare che oltre mille paesi dell’Intera Italia possano rimanere possano rimanere privi di risorse umane.

Occorre riscoprire il valore dell’accoglienza cara alla cultura cristiana, non solo per un fatto etico religioso, ma soprattutto per necessità di sopravvivenza economica, sociale e culturale.

I muri non fermano i disperati che per legge di natura hanno solo voglia di sopravvivere, ma nascondono invece gli scorpioni con il loro loschi attacchi nocivi.