Da una vecchia finestra

Da Una vecchia finestra

 

Mi penetrava l’ultimo raggio di luce,

mentre il sole salutava il giorno,

dietro   accese vampate di porpora

oltre le confuse cime dei monti.

Docile, mi accarezzava

una delicata e profumata folata di vento;

ne godevo,

come   la carezza di una tenera fanciulla

quando ti scioglie l’animo alla dolcezza.

Mi incantavo, estasiato,

come un  adolescente confuso,

al suo primo incontro,

e godevo, ammirato,

il volgere leggero e vorticoso di particelle

che mi arrivavano da una fonte imprecisa:

capriole  indecifrabili

su cui si rifletteva l’ultima tenue luce del giorno.

Esse  volteggiavano senza confini,

nell’incomprensibile mistero

dell’infinito universo che ci sovrasta.

Annebbiato, chiudevo gli occhi

e mi abbandonavo alla quiete della vallata,

quando ancora  le lucciole  segnavano di punti luminosi

l’oscurità , sul far della sera,

accompagnata da un gradito concerto di grilli.

Ero solo,  dietro la mia vecchia finestra,

che mi vide crescere,

in una travagliata altalena di sogni e realtà.

 

18 Gennaio 2019