S. Angelo le Fratte: una ricostruzione ancora a metà

In paese non mancano le lamentele

“Molti soldi sono stati sprecati, gli amministratori poco interessati al problema”

Sono solo 63 i cittadini della lettera A beneficiari delle risorse

 

Sant’Angelo le Fratte: A 38 anni dal terremoto – ottanta, la ricostruzione delle prime abitazioni gravemente danneggiate è ancora  a metà strada. Diversi cittadini beneficiari di buoni contributi aspettano ancora  le integrazioni per chiudere i lavori e le contabilità.

SANT’ANGELO LE FR. – “Dopo un primo uso sconsiderato dei fondi della legge 219”, – così il commento di tanti cittadini -, il DL 76 del 30 marzo 1990 stabiliva i criteri di attribuzione dei buoni contributi, dando priorità alle prime abitazioni particolarmente danneggiate che   teneva conto anche del nucleo familiare e di particolari esigenze. In seguito, l’amministrazione comunale, con determina 5215, approvava, il 19 dicembre 2002, una graduatoria,  secondo il dettato del DL 90. Così, 134 cittadini attenderanno  risorse finanziarie per mettere in sicurezza le proprie abitazioni. Ad oggi solo 63 di questi cittadini hanno beneficiato di risorse finanziarie pari al 40%, e di questi solo 25 hanno potuto  chiudere le loro pratiche di ricostruzione con finanziamenti successivi, ripianando così tutte le spese e tutti i debiti contratti; altri trentotto hanno si beneficiato di un primo parziale contributo senza aver percepito le somme spettanti ad integrazione, cosi che le pratiche non sono ancora chiuse  con la conseguenza che diverse imprese e tecnici o privati cittadini sono rimasti con il conto sospeso. Qualcuno ha esborsato le somme mancanti, pur di farla finita con le aspettative ormai impossibili, per gli altri 70  aventi diritto, di vedersi finanziare la ricostruzione, neanche per sogno.  “Mancano le risorse” – commentano gli amministratori.  Questi a dire la verità non hanno torto.  Però “Si potevano dare meno buoni e chiudere le pratiche per intero” –  ribattono i cittadini scontenti e rassegnati. Altri, più esagitati, commentano dicendo:  “gli amministratori non si sono per niente interessati al problema e non si sono prodigati nel cercare i soldi necessari, magari stornandoli da destinazioni ad altri comuni che non avevano bisogno. “Molti soldi sono stati sperperati” – commentano i cittadini. Anche questi, forse, hanno ragione. Ma i più agguerriti sono quelli che, pur avendo beneficiati di buoni contributo, pari al 40%, non hanno ancora potuto completare la ricostruzione perché gli importi non sono stati sufficienti per coprire le spese dei  reali  interventi. Altri, pur avendo terminato i lavori, esborsando cifre significative,  le loro pratiche rimangono comunque sospese in attesa di finanziamenti improbabili.  Per ripianare i buoni contributi sospesi ci vorrebbe ancora la bella cifra di circa un milione di euro. E pertanto diversi cittadini hanno esposto denuncia contro il comune, ricorrendo a vie legali. Ma con quale speranza? Pochissime, anzi quasi nessuna. Per completare la ricostruzione, almeno per quanto riguarda la graduatoria della lettera A, senza considerare per niente la lettera B,, stiamo parlando delle abitazioni gravemente danneggiate,  ci vorrebbero almeno altri 6 milioni di euro. Molti cittadini esclamano: “E’ passato il treno!”, quasi augurandosi, con un sorriso sulle labbra,  un nuovo terremoto per fare arrivare nuovi fondi. Dunque rassegnazione e rabbia serpeggia tra i cittadini, anche perché ultimamente l’amministrazione ha finanziato per intero due comparti, ignorando quelli che da tempo aspettano le integrazioni. E dire che molti altri, quelli più furbi,  hanno avuto la ricostruzione di più abitazioni con interventi significativi anche su  depositi e annessi agricoli.  I più sfortunati neppure l’abitazione principale. La storia ancora una volta non si smentisce.

 

L’articolo è stato pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 31 Gennaio 2019