Le campagne elettorali nella storia dei nostri borghi

Campagne elettorali, nella storia dei nostri borghi

Negli anni passati, circa 30 anni fa, le campagne elettorali, nei nostri borghi,  erano davvero originali e variopinte. Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate.  C’è da gioire!.  

Tanto per cominciare, la composizione della lista: era formata da persone che portavano voti, rappresentanti di famiglie numerose, poco importava poi se queste fossero state presenti o meno in consiglio, o durante le manifestazioni del paese; anzi se non erano presenti, meglio.

Gli aspiranti sindaci  selezionavano le persone in base al loro quoziente intellettivo, scartando le accozzaglie, gli incapaci, quasi fossero stati psicoanalisti.

Bisognava scartare, a priori,  tutti quelli che, eventualmente, potevano dar fastidio, perché era bene che portassero voti, ma non la loro presenza assidua o, peggio, asfissiante.

Lista completata: era chiaro che gli avversari non potevano che essere accozzaglia, dementi, o peggio, drogati, nella migliore delle ipotesi: persone che miravano a particolari  interessi; nessuno diceva degli avversari che erano amici, padri di famiglia, giovani dai buoni sentimenti o semplicemente cittadini dello stesso paese.

I vincitori, però, dicevano di pensare  al bene del paese, e, magari, si impegolavano, nel tempo, in una vasta e opaca rete di interessi, affari di società, distribuzioni di posti di lavoro, raccomandazioni, secondo la logica del familismo amorale.

I sindaci non accettavano il confronto, anzi, si urtavano, se qualcuno si permetteva di fare qualche osservazione, e, i consiglieri avevano il solo nobile compito di alzare la mano, all’occorrenza, e, secondo gli obblighi già concordati. Altrimenti! ….  Meglio non dire! ….

I sindaci di una volta facevano miracoli ed erano convinti di  aver rivoluzionato il proprio paese, trasformandolo in ombelico del mondo, ignorando cosa avessero fatto i predecessori e le risorse umane del territorio ed erano fermamente convinti che nessuno li poteva sostituire, firmando, a memoria dei posteri, le proprie opere;   usavano, con ossessione, il pronome personale: Io  … Io … Io … dimenticando, volentieri,   il pronome:  Noi … Noi ..  

Le campagne elettorali di oggi sono moderne: si fa uso dei social, decantando le virtù dell’onestà, della serietà, dell’altruismo; per carità,   non degli avversari;

Si organizzano le cene, in frazioni dimenticate da 5 anni, con strade sconnesse, servizi civici che lasciano a desiderare, in nome della solidarietà;

Le nuove campagne elettorali hanno inventato il turismo elettorale, le residenze fittizie, ma solo per fare la differenza, tanto nell’amministrare nessuno ha  interesse alcuno;

Si usano, in modo sistematico, le offese per intimidire;  un gran passo di civiltà che guarda al futuro;

Si usano, in modo sistematico, le menzogne consapevoli fatte passare come verità, i pregiudizi, gli atteggiamenti pietosi di vittimismo banale, la cultura del sospetto e dell’illazione, per recuperare qualche voto; questo col nobile intento di  unire la comunità,  costruire solide basi per la pace e guardare con serenità il futuro;

Si fa uso dell’analfabetismo, fatto passare come virtù, per dimostrare di essere dalla parte del popolo;

E la cultura? ….. Beh! … Siamo sinceri: la cultura non si mangia!

Il tutto accade, perché si vuole tanto bene il proprio paese e la propria gente.

Ha proprio ragione il Vangelo: le persone sono brave e intelligenti quando soddisfano le nostre voglie. Altrimenti? !… Altrimenti: chi può si vendica in qualche modo.

Certo, in 30 anni, le cose sono proprio cambiate! …. Sembrano quasi tutti convinti che: Bisogna che tutto cambi, perché nulla cambi, citando liberamente G. Tomasi di Lampedusa

Mio Dio quanto siamo ridicoli! …