La forza travolgente dell’Effimero

La forza travolgente dell’effimero

L’effimero ha un potere straordinario e particolarmente determinante sulla psiche dell’uomo. L’effimero è ciò che svanisce nel volgere di poco tempo ma ti coinvolge al punto da sedurti, come se tu dovessi vivere in eterno. Esso crea emozioni che svaniscono, in breve tempo, e, poi, ti fa cercare sempre nuove esperienze  che possano alimentare l’adrenalina e suscitare interessi capaci di emozionare, suggestionare, stupire. Le esperienze sono tanto più emozionanti quanto più confinano col rischio della morte o col pericolo in genere. Dove non c’è pericolo, non c’è emozione;  dove non c’è  rischio di sbagliare non c’è emozione. Giocare con il pericolo, giocare, inconsapevoli,  con la morte sembra essere una forte tentazione dell’uomo. Cosa non faremmo per pochi attimi di emozioni, che noi, in genere, consideriamo felicità. Le esperienze più sono estreme  più sembrano emozionanti tanto da segnare la nostra vita e  mantenere vivi i ricordi . Allora, se ciò è vero, occorre cercare, costruire, coltivare l’effimero, perché questo solo conterebbe, anche se, alla resa dei conti,  non offre gratificazioni che durino, perché inconsistente, evanescente, allucinante e dura solo istanti.  Alcuni dei grandi colossi industriali hanno e continuano a costruire  le loro fortune economiche sull’effimero e solo sull’effimero, proprio perché è tanto appetibile. Tutto ciò che è maniacale ed effimero ha, però,  un costo esorbitante per le persone: la cura esasperata del proprio corpo, con l’illusione di essere unici e al centro della scena; l’eccentricità delle mode; la cosmesi; le droghe; la voglia di essere al primo posto;  la ricerca esasperata della propria visibilità; le esperienze estreme come le arrampicate su pendii estremamente pericolosi, le scalate di vette impossibili; il potere a tutti i costi; il successo; l’estraniamento attraverso internet e tanto altro. Noi ci chiediamo: molte  di queste cose che facciamo sono veramente necessarie o sono, invece, sono estremamente pericolose e illusorie? Basterebbe porsi solo questo interrogativo per mantenere vigile la coscienza e prevenire molte disavventure pericolose o sventure. Tante nostre  iniziative creano solo facili entusiasmi, ma non si dimostrano affatto necessarie: le droghe, con il grande bisogno di evasioni che sono ancor più acuite da una società che diventa sempre disumana;  i social con i quali pensiamo di essere editori di noi stessi,  costruendo tanti non senso;  i social e l’illusione di essere al centro del modo e degli altri senza che ci rendiamo conto che, invece,  costruiamo inesorabilmente la nostra solitudine e una dipendenza maniacale dalla massa, da internet con i suoi labili miraggi. In Corea del Sud, alcune mamme, per amore dei loro figli, sono state costrette a drogarli, perché questi non riuscivano più a dormire  perché vittime da psicosi dei videogiochi. Le emozioni sono belle ed aprono la vita alla ricerca ma non sono sufficienti per essere felici, per questa, invece,  ci vorrebbe altro, come:  la consapevolezza dei nostri limiti; il sogno di costruire qualcosa per gli altri, mettendo in conto che, nei nostri progetti di vita, si va inesorabilmente incontro a sconfitte.  La solitudine nasce dall’egoismo e soprattutto dalla facile e illusoria  convinzione di essere autosufficienti al punto di non volere più cercare gli altri come fine ma solo come mezzi utili ai propri scopi e, all’occorrenza, abbandonarli, perché fastidiosi e antipatici.