La vita come spettacolo

Delle ragazze assistono ad uno stupro della loro amica; queste,  incuranti, filmano e mandano in rete su whatsapp.

 

Sembra che la convivenza degli uomini stia diventando  uno spettacolo, una farsa;  uno spettacolo drammatico, però, dove nessuno si rende conto di quello che fa, dove ognuno si sente autorizzato di fare quello che crede, tanto il tutto è solo un gioco, il tutto è solo una finzione.  Sembra che noi viviamo come su un palco, ove sfilano tanti personaggi che fingono di vivere, dialogano come da copione, ignari dei problemi dei loro interlocutori. Finita la commedia, ognuno rimane solo sotto questo mare di stelle. Oppure, vediamo le altrui sciagure, le riprendiamo con i cellulari e le mandiamo in rete come se tutto fosse un gioco su cui ridere. Non riusciamo più a  porci nelle altrui situazioni e viverne i momenti drammatici o felici.  Stiamo andando verso il nulla o, come altri dicono, verso modelli di vita assurdi e raccapriccianti? Mesi fa, nel  Rimininese, nel bagno di una discoteca, una diciassettenne, ubriaca, o forse fatta ubriacare, viene stuprata. Le amiche, dal bagno a fianco, filmano il tutto e mandano in rete la scena.  Un ennesimo stupro, perché la cronaca è ricca di tali avvenimenti violenti e disumani. Molte volte sono minorenni a commettere simili atti di violenza. Il fenomeno dilaga e sconcerta. Ma nel caso di Rimini, lo sconcerto e l’indignazione, in me, si trasformano in rabbia. Intanto la ragazza è ubriaca, quindi inconsapevole dei propri atti;  anziché aiutarla nel suo temporaneo disagio, qualcuno   abusa di lei con atto di vigliaccheria, senza che la vittima si potesse minimamente difendere. Ma la cosa più sorprendente è l’atteggiamento delle amiche che, anziché difenderla dal violentatore, pensano, invece, di filmare l’atto e mandarlo in rete, il giorno dopo, con sconcertante freddezza. Cinica e disumana gratificazione: volevano vedere come andavano a finire le cose!  La domanda sorge spontanea: dove stiamo andando come umanità? Quale futuro per questa umanità malata?  A molti la vita appare come una farsa da vivere, momento per momento, senza porsi alcun interrogativo, senza farsi venire alcun dubbio se, quello che si fa,   debba, o non, essere fatto.  Mancano i valori, si grida da più parti, ma nessuno ne costruisce, perché ciascuno vive comodo nel proprio guscio. Anche perché se ve fossero di quelli condivisi, ognuno sarebbe tenuto a rispettarli.  Come dire, è molto meglio vivere a briglie sciolte.  Mancano modelli di vita che noi abbiamo provveduto a smantellare in nome della libertà assoluta: la solidità della famiglia, la sacralità della vita, il rispetto della dignità e libertà altrui, la gestione responsabile del proprio corpo, la sessualità responsabile, il valore della cultura e della scuola e, perché non, l’importanza di Dio nella nostra vita  ed altro ancora.   La cosa ci dovrebbe preoccupare ancora di più, se pensiamo che sono i nostri figli a commettere simili atti. E questi respirano l’aria che li circonda, le mode, le consuetudini, i comportamenti, le scene di tanti film. E credo che, in tal senso, noi adulti abbiamo le nostre responsabilità e, forse, è arrivato il momento di  modificare molti  nostri atteggiamenti e consolidati modelli di vita.