Referendum: la schiacciante vittoria del no…….

Referendum:  la schiacciante vittoria del no….

Del referendum del 4 dicembre sorprendono  due risultati:  la grande percentuale di elettori che si è recata alle urne e  l’affermazione netta del no sul si.

Dal 1993 non si erano mai recati alle urne tanti elettori. E poi la chiara e inequivocabile determinazione dei sostenitori del no. Il si infatti ha vinto solo in tre regioni e anche di misura.

Ci domandiamo: Gli Italiani hanno tutti votato in merito alle riforme o col voto hanno voluto esprimere altro?  Il  risultato referendario va necessariamente interpretato, per evitare altri possibili gravi errori per il futuro. I politici devono capire la lezione, se sono dotati di sensibilità; ma io ne dubito.

Ecco cosa penso. Gli italiani hanno voluto manifestare il loro dissenso per le scelte politiche operate dal governo  Renzi ed hanno voluto manifestare contro il suo atteggiamento: la politica dei bonus, il linguaggio spesso arrogante,  sottile e ironico; la rassicurazione bugiarda che l’Italia stesse uscendo dal tunnel della crisi senza che sia vero, anzi è vero il contrario, infatti l’Italia nella zona euro è il paese in cui l’economia è cresciuta meno; le modalità delle nuove assunzioni dei docenti; la finta politica della rottamazione, l’allineamento con i poteri forti; l’aver ridotto i nostri più bei territori e le nostre coste  in possibili discariche in nome dello “sblocca Italia; lo sfaldamento del partito democratico, avendo egli giocato i due ruoli quello di premier e quello di segretario. Le conseguenze? Il rafforzamento dei populismi del Movimento cinque stelle e quello di Salvini.

Insomma il voto referendario è diventato un’arma nelle mani del popolo per reagire alla propria impotenza e lanciare un segnale all’indifferenza della casta. La democrazia, su cui nessuno dubita, sta implodendo, sta perdendo di consapevolezza e si sta svuotando sempre più di valori e la società appare diametralmente spaccata in due: da un lato i ricchissimi e dall’altro i poveri, o meglio i nuovi poveri che, secondo i dati statistici, in Italia sarebbero circa 17 milioni, che rinunziano ormai a comprare le cose necessarie, rinunziano a curarsi, che non hanno più fiducia nel futuro. E la classe politica che fa?. Litiga, ignora e si trincera dietro le finte riforme che la gente non capisce o non vuol capire, perché attanagliata da altri problemi più impellenti. L’esercito dei giovani, del tutto ignorati dalla politica, gridano la loro vendetta, per far sentire la loro voce: “ecco ci siamo pure noi!.  Anche L’Europa pecca di immobilismo, soprattutto per quanto concerne il problema immigrati e il controllo asfissiante dei bilanci.  La politica economica e il fiscalismo esasperato vengono percepiti dalla gente come un peso insostenibile.

E la casta sente il grido di dolore che viene dal basso? Io dubito

Il rischio è la rassegnazione che nulla possa cambiare, perché poi alla fine vincono sempre loro …. I caimani. Tale rassegnazione è di gran lunga peggiore della contestazione, perché può essere l’anticamera di una possibile dittatura, di un ritorno alle” barbarie”, come sostiene il filoso napoletano G.B. Vico.

Tutti ricordano con nostalgia, quando la politica incontrava i cittadini nelle sezioni, nelle piazze, nei convegni. Da un pò di tempo, i politici ignorano il popolo e di esso si ricordano solo all’occorrenza.

Cosa ci riserva il futuro? Esso è imprevedibile, ciò che si è spento è la speranza nel futuro  e ci prende tutti l’ansia dell’imprevedibile.

7 Dicembre 2016