Sistema Turismo
In queste ultime settimane, nella mia comunità di Sant’Angelo, si parla tanto di turismo. E’ innegabile che, in questi ultimi tempi, sia nata anche una nuova sensibilità e un bisogno di riscoprire il passato delle nostre comunità, per valorizzarlo. L’atteggiamento è nobile, anche perché, fino a qualche anno fa, noi ci siamo vergognato delle nostre origini. Ora è bene dire, a chiare lettere, che le nostre radici vengono dal mondo agro – pastorale. Questa è la nostra storia e non possiamo fare resistenza e chi si vergogna del suo passato o non crede neppure che sui nostri territori ci possa essere un possibile futuro. E’ legittimo pensare al futuro della propria comunità, ma occorre anche aprirsi al sacrificio e alle responsabilità e cambiare radicalmente il proprio modo di pensare.
Per spiegarmi meglio, mi chiedo, che cosa potrebbe volere un eventuale turista dalla comunità?
Provo a rispondere:
Un ambiente comodo, accogliente e soprattutto persone disponibili alla ricettività;
La conoscenza e la consapevolezza della propria storia, ma anche la capacità di raccontarla e sapersi raccontare;
Prodotti di nicchia, identitari del territorio, riscoprendoli e saperli coltivare e trasformarli in loco; ovviamente, per fare questo, occorre mettersi in gioco e lavorare sodo;
Un paese pulito e degno di essere vissuto;
Alloggi confortevoli o, più genericamente, una ricettività comoda;
Una grande capacità di programmare eventi, sagre, incipit culturali e altro;
Prodotti artigianali ancora richiesti e appartenenti alla nostra storia;
Un ambiente tutelato e fruibile;
Per fare questo, occorre che una comunità, (anche se a me verrebbe la tentazione di dire un intero territorio come la valle del Melandro), sappia valorizzare e utilizzare le risorse che ha, abbandonando campanilismi e gelosie oppure l’illusione di facili guadagni, deliri di onnipotenza e altro;
Che gli amministratori facciano il loro mestiere con generosità, senza dilapidare danaro pubblico e diano la possibilità a tutti e creino le condizioni di potersi esprimere.
Occorre fare sistema, certo, ma senza gelosie, con la cultura dell’inclusione non dell’esclusione, evitando la retorica del turismo e investendo sull’intelligenza e sulle reali possibilità in loco. Noi, forse, tutti noi ci dobbiamo rifare, per non estinguerci.