Nello spiazzo tutto ripulito,
di buon mattino, son già sciolti
i covoni e tutti stesi.
Il sole batte forte,
pronti i buoi, aggiogati,
già sbuffano, estenuati,
perché l’afa incombe già
e sbavano con la lingua lu ualan’.
Son pronti alle narici i freni arcuati,
nascarole li chiamavano un dì.
La pietra è già legata
Alla pertica uncinata.
Girano i buoi,
e fumanti di sudore,
sbattono la coda,
per liberarsi della mosca insinuante.
Girano i buoi,
cantano vecchi motivi
i contadini intorno alla p’satura
diventata ormai paglia triturata,
che ancor pesante, viene rigirata,
finché le spighe non sian tutte frantumate.
Son pronte le scope di ginestra (r’ granar’)
Di legno,
le cotte forche già incurvate,
per dare la paglia al vento
e separarne il grano.
Intanto lu j’ral’
già cerne il grano dalla pula.
D’improvviso,
compare una nuvola minacciosa,
la pioggia è in agguato,
Allora è panico diffuso,
perché sotto quella paglia
il sogno di un anno consumato,
per onorare il fitto ai “galantuomini”
che, generosi,
impongono ai figli della terra.
Murale che rappresenta la pigiatura del grano, realizzato nel centro storico di Sant’Angelo le Fratte, nell’estate 2014.