Otto marzo, incontro culturale sulla “Donna tra storia e culture”

 

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Sant’Angelo le Fratte: Icontro culturale sul tema “Donna tra storia e culture”

 

SANT’ANGELO LE FR. – Otto marzo, in occasione della festa della donna, le ragazze del servizio civile del comune, in collaborazione col forum dei giovani, la commissione regionale pari opportunità e con il patrocinio del comune di Sant’Angelo, hanno organizzato nel centro polifunzionale, zona Cantine, un significativo  incontro culturale sulla “donna tra storia e culture”. Il tema sulla parità dei generi risulta essere di grande attualità in Italia, nel mondo e nella nostra regione. Al tavolo degli interventi il sindaco Michele Laurino, per un breve saluto, e mentre lo fa, ci tiene a sottolineare che il suo comune è da considerarsi virtuoso, perché nel consiglio ci sono donne, donne nel servizio civile, donna il presidente del forum; poi le relatrici: Carmen De Leonardis, Raffaella Pascale, Michelina Giallorenzi, tutte del servizio civile del comune; Laura Amodeo presidente del Forum dei giovani della cittadina, il consigliere comunale Antonietta Ostuni, Rosa Viola, presidente Domos Basilicata; Antonella Pellettiere, dirigente di ricerca del CNR; Angela Blasi, presidente della “Commissione regionale per le parità e pari opportunità tra uomo e donna”. Tutti hanno dato un loro contributo di riflessioni sul ruolo e le condizioni della donna ieri e oggi  ed alcune  si sono ispirate al monito di papa Francesco: “Un mondo che emargina le donne è sterile. Esse portano la vita e ci trasmettono le capacità di vedere oltre, capire il mondo con occhi diversi, un cuore più creativo, paziente e tenero.” Le donne hanno un patrimonio enorme di intuizione emotiva, di naturale spirito di accoglienza per cui molto spesso esse si trovano ad operare dove gli uomini sono latitanti. La donna non è solo madre, ma è anche capace di volontariato, di decidere in ruoli, anche particolarmente impegnativi e di lavorare con grande dedizione. Spesso però viene messa da parte. E’ il caso della nostra regione dove c’è solo una presenza femminile come assessore, di qui la necessità di modificare lo statuto. Bisogna che noi impariamo a modificare i linguaggi che spesso inducono la donna alla sottomissione, imporsi nelle istituzioni non con le quote rosa ma proponendosi con il merito, la disponibilità, le idee. Raffaella  Pascale si è soffermata sulla diversa percezione della donna nella storia della letteratura; Michelina Giallorenzi, ha tratteggiato la condizione della donna nelle comunità Rom; Laura Amodeo, citando Gaber,  ha riflettuto sulla parola libertà che è tale solo quando c’è “partecipazione”, già ma in pari condizioni fra generi; Rosa Viola, si è soffermato sulla ricchezza umana e spirituale del volontariato e sull’importanza della donazione del midollo osseo, per far rinascere la vita in chi può perderla e aggiunge che,  nel mondo del volontariato il numero delle donne è molto più elevato, frutto di una grande sensibilità umana e di un naturale spirito di accoglienza della donna; Pellettiere, considera la famiglia la prima grande palestra del rispetto dei generi; Angela Blasi chiede, a gran voce, le modifiche dello statuto regionale, perché alla donna sia consentito un ruolo attivo nelle istituzioni e considera nociva l’espressione ricorrente: “concedere gli spazi”. Non ci può essere qualcuno che conceda gli spazi, perché questi spettano a tutti, perché tutti ne hanno diritto.

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