Acque radioattive nell’area di Isca Pantanelle

 

Tavolo tecnico a Satriano acque radioattive

Sant’Angelo le Fratte: acque radioattive  nell’area di Isca – Pantanelle. convocato, il giorno 25, un tavolo tecnico  nella sala consiliare di Satriano, a tutela del territorio e dei cittadini.

 

SATRIANO DI L. – Convocato nel pomeriggio del 25 marzo, dietro sollecitazioni del gruppo consiliare 2050 della cittadina e organizzazioni regionali Ola,   un tavolo tecnico, aperto al pubblico nella sala consiliare di Satriano di Lucania, con la presenza degli esperti Arpab, tra questi il direttore A. Schiassi, gli amministratori dell’area del Melandro e tantissime persone preoccupate e particolarmente sensibili al problema ambiente, per discutere su un riscontro Arpab di acque radioattive, con valori oltre la norma, rinvenute in un pozzo di un privato cittadino nell’area di Isca Pantanelle, in agro di Satriano, e in due pozzi privati in agro di Brienza, ai confini di tre territori: Sant’Angelo, Satriano e Brienza. A suscitare l’allarme, la nota Arpab n. 1591 consegnata al comune di Satriano il 10 marzo,   la comunicazione Asp n. 1745 consegnata sempre al comune il 17 c.m. nonché l’ordinanza del sindaco di Satriano, Vincenzo Pascale, nei confronti di un privato cittadino, che vieta di utilizzare le acque del suo pozzo per uso civile. Da premettere che le indagini Arpab sono ancora in corso e che comunque i risultati non possono considerarsi definitivi, perché gli stessi si potranno prendere in considerazione solo se definitivi cioè frutto di indagini fatti su un periodo di tempo medio lungo.  Al momento, non si possono trarre “conclusioni affrettate o generare pericolosi allarmismi” – così il sindaco della cittadina V. Pascale.  Resta il fatto che il primo cittadino ha adottato il dovuto provvedimento istituzionale per scopi precauzionali, a tutela della salute dei  suoi cittadini e lo stesso ha fatto il sindaco di Brienza. Occorre ancora precisare che diversi cittadini di Isca Pantanelle, in agro di Satriano, sono ancora senza condotta pubblica di acque potabili e, per questo, gli stessi, per sentirsi cautelati, cominciano a chiedere che qualcuno li ascolti e  risolva una volta per tutto il loro problema. Il cittadino a cui è stato fatto divieto di utilizzo delle acque del suo pozzo, in mancanza di condotta potabile, ora si trova in serie difficoltà e pertanto chiede aiuto e si dispera, perché sospetta di aver utilizzato, nel passato, acque inquinate, segnando, forse, in negativo il destino di un’intera famiglia e di più generazioni. Il sindaco di Sant’Angelo si dice contento del monitoraggio messo in atto dagli apparati istituzionali. Infatti l’Arpab ha fatto, negli ultimi mesi, a partire dal mese di novembre 2014, dietro le sollecitazioni di un neo costituito comitato Salva Melandro, rilievi di ogni genere per verificare eventuali forme di inquinamenti presenti nell’area. “Quindi è cresciuta – dice Laurino – la sensibilità delle istituzioni in questo senso. Questo – continua il primo cittadino – mi rincuora, perché, nel passato, ci sentivamo abbandonati e impotenti”. Il problema inquinamento fu sollevato, mesi fa, dal comitato Salva Melandro, in considerazione del fatto che nell’area di Isca Pantanelle, ci sono stati e ci sono molti casi di tumori e di leucemia,  tra l’altro in forte aumento, anche se i dati regionali dicono che i numeri di malati di tumori sono da considerarsi inversamente proporzionali rispetto ai dati nazionali. Ciò, comunque, alimenta ancor più  paure e allarmismi. Allarmismi  ingiustificati o giustificati?. Chi può saperlo?!….“Bisogna certo discutere dei problemi, bisogna certo vigilare ed eventualmente rimuovere eventuali cause di inquinamenti, se accertati, – Conclude Laurino – ma non bisogna fare allarmismi, perché, in tal caso, non si farebbe il bene di nessuno”. Sul posto, comunque,  le famiglie più coinvolte raccontano storie, forse fantasiose o forse veritiere, di sotterramento di materiali non ben precisati e di strane puzze  all’atto della realizzazione dell’area industriale Isca Pantanelle. Altri parlano del collassamento di un pozzo della Edison Gas che poi, sarebbe, si, stato bonificato, lasciando, però, le falde acquifere inquinate. Ciò che da più parti si chiede è la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini residenti, molti dei quali interessati da casi tumorali non del tutto spiegabili. Tutelarli, elaborando uno screening secondo le  leggi Euroatom e le disposizioni dell’Istituto superiore della Sanità.”

 

26 marzo 2015

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