Le vie di San Michele

Incontro Le vie di S Michele

SANT’ANGELO LE FR. – Nella mattinata del giorno 16  giugno 2015, si è svolto nella sala consiliare della cittadina, per iniziativa del sindaco Michele Laurino, un importante incontro sulle vie di San Michele. Presenti G. Macrini, esperto in progettazione; Vincenzo Di Gironimo, Cai Comitato scientifico; Giulia Simone, progettista commercialista; Claudio Borneo, sindaco di San Chirico Raparo; Gioia Sforza, presidente della neonata associazione che porta il logo Le Vie di san Michele; Antonio Di Francesco, vice presidente, Elisabetta Simconi, Antropologa; Paolo Imparato sindaco di Padula (SA), A. Pellettieri del CNR regione Basilicata e i giornalisti G. Laguardia e F. Amendolara.  Ad oggi il consiglio europeo riconosce l’itinerario religioso, storico-culturale dell’unico percorso –  pellegrinaggio, in onore di San Michele, alla Francia. Gli altri paesi europei ne sono tagliati fuori. Eppure il culto di San Michele è ampiamente diffuso in quasi tutta Europa: in Norvegia, in Danimarca, nella regione della Cornovaglia, in Spagna, nell’Italia settentrionale e centro meridionale ed è significativamente diffuso anche in Lucania. Un culto, dunque,  ampiamente diffuso e intenso che nessuno o pochi conoscono e che si perde nella notte dei tempi. Il culto dell’angelo lo si confina solo al Monte Sant’Angelo, in Puglia, ove sarebbe apparso per la prima volta l’arcangelo Michele nel 490, e a Saint Michel, in Francia, abbazia edificata dai benedettini agli inizi del decimo secolo. Ciò è solo parzialmente vero  e si pensa che il culto sia stato importato dalla Francia. Di qui la cosi detta via francigena. Niente di più falso, forse è vero il contrario: dal monte Santangelo a Saint Michel in Francia. In Lucania, per esempio, vanno ricordate le visioni e i riti di Sant’Angelo le Fratte, il cui primo nucleo abitativo è sorto proprio intorno ad una cappella, quella dell’angelo nel 1200; di Sasso di Castalda; dell’Abbazia di San Michele presso i Laghi di Monticchio, costruita intorno all’8° secolo dai basiliani; di  San Chirico Raparo, abbazia di Sant’Angelo del Raparo, di origine greco – bizantina sorta intorno al X° secolo, come scudo al furore iconoclastico; di Sant’Arcangelo, e poi dei paesi campani viciniori: Sala Consilina, Padula, con la sua certosa, ed altri centri ancora. Tutte queste visioni legate al culto del santo alato hanno in comune gli stessi aspetti orografici e antropologici: la roccia, le grotte, l’acqua , il fuoco, la difesa da eventi catastrofici, come la peste nel 1600, le frane e i terremoti, come quello del 1857,  e la protezione da eventi bellici. Quindi riscoprire il culto di San Michele significa scoprire i territori con i loro aspetti orografici, la storia delle popolazioni locali, e, soprattutto, i valori antropici legati alle tradizioni. Di qui il progetto, le vie di San Michele che, a fianco alle due vie Priccipali, quella di origine longobarda, Roma, Benevento, Monte sant’Angelo e quella bizantina, Sorrento Monte Faito,  si vogliono individuare  delle bretelle collaterali dedicate a S. Michele, con l’ambizioso progetto di allargare la conoscenza della diffusione del culto al santo avvenuto nella storia ma, al tempo stesso, ottenere il certificato dal consiglio europeo e quindi il logo: Le vie di San Michelde. Ovviamente per fare questo occorre il motore dei territori, insomma l’adesione e l’attivazione delle popolazioni locali che, non solo devono animarlo, ma, al tempo stesso, organizzare eventi volti alla diffusione del grande patrimonio storico, culturale – ambientale che ruota intorno al culto del Santo. Tanto per cominciare, è stato già programmato per il  28 settembre prossimo, vigilia della festa del santo patrono Michele Arcangelo, un grosso convegno nella cittadina, avente per tema le vie di San Michele con l’intento di realizzare un progetto operativo capace valorizzare, attraverso il turismo religioso, il patrimonio storico, culturale e ambientale dei nostri territori.

7 commenti

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