La Democrazia malata……..

La democrazia  è una conquista che non si può dire mai definitiva. Essa è una creatura fragile e sempre esposta a pericoli , perciò andrebbe continuamente difesa e arricchita di valori condivisi. Per  i più deboli è un valore, perché in essa trovano voce, ma per i più forti la democrazia è come un abito stretto da cui bisogna cercare di liberarsene, imponendo le proprie decisioni al sistema. Oggi, la democrazia è malata e si presenta estremamente fragile, quindi esposta a tanti pericoli. Ovunque emergono intere fette di politici corrotti e coinvolti in affari illeciti a danno dei più deboli, e tutto questo, mentre si predica la solidarietà e l’integrazione. Si è aperto un oceano tra ciò che si dice e ciò che si fa. E  questo modo di fare, in un recente passato, è stato considerato virtù. Il parlamento viene continuamente esautorato e non decide più niente, visti i tanti ricorsi da parte del governo alla fiducia. Anzi sembra che sia impossibile  approvare una legge, se non ricorrendo alla fiducia. Mi domando: che fine ha fatto il valore dialettico del contraddittorio? Nel votare, con la nuova legge elettorale, il cittadino potrà scegliere i deputati, ma di certo non potrà scegliere i capi lista; I movimenti populisti giocano allo sfascio, issando le bandiere del malcontento, spesso non proponendo niente di alternativo o comunque proponendo qualcosa di poco convincente; mentre si predica la tolleranza e la pace, si diventa sempre più intolleranti; si parla di crisi economica, ma a pagare il prezzo più caro sono i poveri disperati che, ogni giorno, diventano sempre più poveri. La democrazia è malata, perché non è percepita come valore da difendere, un valore che ci è costato sangue e sofferenze nella storia. Le coscienze sono immerse nella sfiducia che diventa come una malattia paralizzante e mortale. Quando viene meno la coscienza critica, quando la gente si allontana dal pubblico e si chiude nel suo intimismo, quando le persone si sentono prigioniere di un contesto (Kafka) che non accettano, quando le persone non riescono più a sognare per sé e i propri figli, diventerà difficile la rinascita. A questo punto, può essere possibile l’involuzione e il ritorno all’epoca delle barbarie come voleva G B. Vico. La sfiducia e la rassegnazione sono un dono gradito a coloro che si presentano profeti di un futuro improbabile, un dono gradito per coloro i quali, in nome del decisionismo, eludono istituzioni e le stesse anime della società, un dono gradito per coloro che detengono l’80% delle ricchezze mondiali (500 soggetti economici in tutto), perché possono decidere del destino del pianeta. La democrazia ascolta e fa sintesi, non può decidere in nome di un “decisionismo” irrazionale. E’ necessario che le coscienze rimettano tra le proprie categorie, quella del   bene collettivo e non solo quello personale, che considerino gli altri come fine e non come mezzo. La democrazia che si rinnova trae linfa vitale dal basso, dalle persone che si incontrano, dalle persone che dialogano, dalle persone che progettano in nome della libertà collettiva, dalle persone che agiscono, come vuole H. Arendt. Già perché la libertà è un valore che si conquista ogni giorno, senza che questa missione possa mai cessare!…. perché, nel momento in cui una società non cerca più la libertà, essa già non esiste, e svanisce,  diventando una categoria mentale vuota di significati e di contenuti, perché confina col proprio tornaconto personale. Se così è, nei nostri cuori non può che albergare la paura…….la paura di chi?……Il “rinoceronte” può essere alle porte e quando ce ne accorgeremo, potrebbe essere già troppo tardi! Historia docet……

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