Lezione n. 2 su Kant Critica della Ragion Pura

Lezione n. 2  Su Kant – Classe 5C Liceo Scientifico G. Galilei di Potenza

 

La Critica della Ragion Pura

 

La Critica della Ragion Pura è un’opera scritta da Kant nel 1787 (seconda edizione) e sicuramente rappresenta una svolta decisiva nella trattazione della conoscenza. Il suo messaggio, infatti, viene assimilato, per analogia, alla rivoluzione copernicana, perché, come Copernico, nel primo capitolo del De Revolutionibus (1543), mette al centro dell’universo il sole, analogamente kant mette al centro della conoscenza non l’oggetto (vedi l’empirismo) ma il soggetto con le sue strutture trascendentali della sensibilità e dell’intelletto. Sommariamente, l’opera la possiamo dividere in tre parti: L’estetica trascendentale, la logica trascendentale e la dialettica trascendentale. L’estetica trascendentale studia la struttura trascendentale della sensibilità; la logica studia la deduzione trascendentale delle categorie, la natura e la funzione delle stesse; la dialettica trascendentale studia la natura e la funzione delle idee metafisiche intorno all’anima, all’origine e natura del dell’universo e intorno a Dio. Kant ritiene che la conoscenza scientifica sia confinabile solo al mondo fenomenico. Conoscere, per il filosofo, vuol dire giudicare. Ed abbiamo tre categorie di giudizi. I giudizi analitici che fanno uso del principio di identità e non contraddizione, appartengono solo alla struttura trascendentale dell’intelletto, questi non allargano il sapere, perché non aggiungono alcun predicato al soggetto, in quanto il predicato è già implicito nel soggetto, esempio i corpi sono estesi. Essi hanno semmai un valore esplicativo ma non creativo. I giudizi sintetici a posteriori, aggiungono di sicuro un predicato al soggetto, ma, riferendosi all’esperienza reale, frutto delle sensazioni, hanno un valore orientativo, ma la loro verità, essendo strettamente legato agli oggetti empirici, non ha alcun carattere universale e necessario. I giudizi sintetici a priori, invece, proprio perché non fanno riferimento all’esperienza reale ma all’esperienza possibile, il loro sapere ha un carattere universale e necessario. Noi però non conosciamo le cose nella loro essenza, ma conosciamo solo il nostro modo di conoscere le cose. In altre parole, l’uomo essendo dotato di una sensibilità la cui struttura trascendentale è fatta di intuizioni pure quale Spazio e Tempo, riesce a dare forma e  tempo alle cose, a viverle, o meglio, a intuirle secondo una dimensione spaziale e temporale. In verità, noi tutti, nel rapportarci con l’esperienza reale o nel rapportarci con l’esperienza possibile, non possiamo fare a meno di dare loro forma e tempo. Ora se al tempo e alle forme applichiamo la matematica rendiamo possibile la ricerca scientifica, dando alla stessa un fondamento epistemologico. Dunque lo spazio e il temo non hanno alcun carattere oggettivo, come voleva Cartesio, ma sono soggettivi e appartengono alla struttura trascendentale della sensibilità. Grazie a questa e alla funzione delle categorie, che appartengono alla struttura trascendentale dell’intelletto, noi possiamo elaborare i giudizi sintetici. Ora se le forme della sensibilità sono piene di materia, vale a dire di sensazioni legate cioè all’hic et nunc, elaboriamo i giudizi sintetici a posteriori, sempre con la forza logica delle categorie, se noi viviamo forme pure cioè prive di materia, provenienti dalle sensazioni, sempre con la forza logica delle categorie, elaboriamo giudizi sintetici a priori che hanno carattere universale e necessario. Le categorie, appartenenti alla struttura trascendentale dell’intelletto, vengono ricavate attraverso la deduzione trascendentale da una rosa di giudizi selezionati. Le categorie sono 12 e non 10 come voleva Aristotele, non sono considerate come leges entis ma come leges mentis e sovrintendono all’organizzazione logica delle esperienze, facendo uso degli schemi, che sono considerati di due specie: schemi generali legati alle cose e schemi trascendentali che corrispondono ai 12 diversi vissuti del tempo, esempi: la categoria dell’essere presuppone che il tempo venga vissuto come istante, la categoria di relazione causa – effetto presuppone che il tempo venga vissuto come successione, la categoria di necessità presuppone che il tempo venga vissuto come permanenza, etc.. Le categorie sono organizzate in 4 gruppi: quantità, qualità, relazioni, modalità.

 

Settembre 2015

 

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