La lunga odissea del mercato coperto

 

ex mercato coperto  ex ostello

 

Sant’Angelo le Fratte: L’odissea del mercato coperto, poi ostello della gioventù, oggi cercansi imprenditori disposti a investire sulla struttura mai entrata in funzione e ne modifichi la destinazione d’uso.

SANT’ANGELO LE FR. – All’indomani del terremoto 1980 e precisamente negli anni 1982/83, si pensò di realizzare in c/da S. Vito una mega struttura da destinarsi a mercato coperto. All’epoca, gli amministratori immaginarono che potesse diventare un’opera pregevole, capace di spingere l’acceleratore per un possibile sviluppo economico in un’area in via di espansione. Realizzata la struttura portante, l’opera è rimasta per circa 20 anni incompiuta, dando di sé uno spettacolo desolante dovuto al lungo abbandono. Negli anni 2001/03 si pensò di rifinanziarla e cambiarne la destinazione d’uso. Doveva diventare ostello della gioventù. Il progetto definitivo fu redatto dall’ufficio tecnico della comunità montana del Melandro, a firma di A. Salvia, poi fu approvato con delibera della giunta esecutiva n. 61 del 7 Luglio 2002.  Per il recupero e l’adeguamento dell’opera, senza considerare il costo iniziale della struttura portante, è stata spesa la cifra di 400.000 euro. Il progetto rientrava tra le priorità previste dal piano di sviluppo  socio economico della comunità montana, adottato con deliberazione del consiglio generale n. 11 del 14 giugno 2001. Un bel sogno non c’è che dire!…Ma quali volevano essere gli obiettivi dell’Ente montano? I risultati che gli amministratori e i tecnici si auspicavano erano quelli di poter contare su una struttura recettiva, capace di ospitare quanti volessero soggiornare nell’abitato di Sant’Angelo. Sono stati infatti realizzati 20 posti letto distribuiti su due ambienti: maschi e femmine. Durante tutto l’anno, l’ostello doveva, inoltre, svolgere attività di ristorazione e bar, anche per i non alloggianti. Il tentativo era quello di creare le condizioni per lo sviluppo del turismo ed evitare che le nostre comunità si spopolassero. “Il progetto di cui trattassi – tanto si legge nella relazione che fu acclusa al progetto – si inserisce tra le iniziative turistico – ambientali e di recettività alberghiera, data la scarsità di strutture presenti in zona, per la promozione del turismo giovanile e delle attività produttive. Si integra con le attività turistico – sportive previste per il territorio comunale di S. Angelo, nell’ambito del progetto “Patti territoriali Basilicata Nord occidentale” e in particolare con il previsto percorso ippico – ciclabile dei Mulini che partendo dalla sponda sinistra del fiume Melandro, si snoderà, attraverso la località Pescara, fino a raggiungere il centro abitato”. All’epoca, il sindaco Ruggiero si esprimeva così: “Io sono convinto che con questa iniziativa potranno trovare lavoro almeno 10 figure professionali specifiche nel settore alberghiero e della ristorazione, però volenterosi,  ricchi di iniziative e capaci di associarsi”.  Ad oggi, completate le opere già da diverso tempo, rimane ancora una cattedrale nel deserto. Il comune proprio, in questi giorni, ha pubblicato una manifestazione di interessi onde invitare eventuali imprenditori disposti a investire dei capitali e renderlo funzionate, cambiandone ancora una volta la destinazione d’uso. Al momento nessuno ha ancora manifestato interessi nel prendere in fitto la struttura, anche perché occorrerà investire del denaro nell’arredo adatta ad una eventuale nuova idea progettuale. E se nessuno si offre o manifesterà interessi?  “A quel punto occorrerà cambiare strategia e ricorrere alla trattativa privata” – così si è espresso il vice sindaco Ostuni.

L’articolo è stato pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 7 Ottobre 2015

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