Emergenza radon scuola materna

Scuola materna

Genitori allarmati della presenza radon nella materna. Pronti a ritirare i bambini dalla scuola. Il sindaco e l’Arpab rassicurano, ma saranno necessari interventi di bonifica.

 

Sant’Angelo le Fratte: C’è, oltre i limiti consentiti,  presenza di gas Radon nei locali   della scuola materna. La cosa genera preoccupazioni, perché il gas può dimostrarsi nel tempo pericoloso. Bisognerà apportare dei miglioramenti alla struttura per consentire che il gas si disperda.

 

SANT’ANGELO LE FR. – Di recente, sono stati pubblicati i dati delle rilevazioni sulla presenza di gas Radon fatte dall’Arpab nella scuola materna della cittadina, in via cimitero, a ridosso della montagna Carpineto. Tracce di Radon, un gas inodore e incolore, ma altamente tossico e cancerogeno, sono stati rilevati nei seminterrati e nelle aule dove sostano abitualmente i bambini, oltre la soglia del limite minimo consentito, nella misura media di 500 Bq/mq, perché  i livelli si sono dimostrati continuamente altalenanti in otto mesi di monitoraggio. Il rilievo è stato  voluto dall’amministrazione comunale, perché allarmata, nei mesi passati, della presenza di sostanze radioattive nelle acque dei pozzi di privati cittadini in c/da  Isca Pantanelle e negli ambienti circostanti. Il sindaco Laurino ha così  preteso che si facessero rilevazioni anche nell’area industriale e artigianale di Isca – Pantanelle, nei pozzi da cui si estrae acqua potabile per il centro abitato e negli ambienti frequentati dai bambini e dai ragazzi delle scuole.  Si scopre così che negli ambienti della scuola materna c’è una certa concentrazione di gas radon, RN 222,  che scaturisce da decadimento di uranio 235 e questo, per smaltirsi nell’atmosfera, ha bisogno di circa 91 ore. Nel frattempo, se inalato, può diventare  radioattivo e può generare tumore ai polmoni e non solo, perché libera nell’atmosfera particelle alfa – questo dicono gli esperti.  Ora, onde evitare allarmismi ingiustificati, i rilievi sono stati ripetuti e rifatte le verifiche sulla consistenza e persistenza del gas nel tempo. Di sicuro la causa va ricercata, al dire di molti,  nelle rocce, che si presume fossero radioattive, della montagna sotto cui si trova  la scuola materna e le scuole elementari. Le radiazioni si possono infiltrare attraverso le giunture del fabbricato, solai e micro – fessure delle pareti, dalle fondazioni e  può anche essere veicolato dalle acque sottostanti. Dunque un bel problema!…Il 5 agosto – così gli amministratori – c’è stata, nella cittadina, un consulto di esperti – iniziativa questa voluta dall’Arpab –  per verificare le possibilità di mettere in sicurezza gli ambienti e, se necessario, fare degli interventi alla struttura per il corrente anno scolastico. Sembra che, installando delle ventole nei locali, con comignoli di aerazione, si possa disperdere il gas e renderlo innocuo. La situazione, al momento, è allo studio e sarà, a breve, avviata una gara di appalto per opere di miglioramenti della struttura e sono, tra l’altro, previste installazioni di sistemi di aerazioni degli ambienti. Intanto i genitori dei bambini di scuola materna si sono allarmati, hanno fatto una raccolta di firme per chiedere a chi di dovere di fornire risposte e soluzioni, hanno preteso rassicurazioni dai tecnici dell’Arpab e dall’amministrazione comunale, altrimenti minacciano di ritirare i bambini dalla scuola. C’è stata infatti una riunione che si è tenuta nella mattinata dell’8 ottobre nella sala consiliare del comune. Presenti i genitori, il preside dell’istituto comprensivo di Satriano, Sant’Angelo e Savoia il prof. Lanzi Mario, e  amministratori ed esperti dell’arpab. Gli esperti e gli amministratori assicurano i genitori, perché i rilievi fatti da febbraio ad oggi hanno dato risultati altalenanti e comunque di poco al di sopra della norma consentita che è di 400 Bq/mq e sostengono che la situazione viene tenuta costantemente sotto controllo e monitorata per evidenziare eventuali e possibile anomalie. A breve saranno fatti interventi strutturali adatti a prevenire e smaltire eventuali concentrazioni di gas Radon nei seminterrati e nelle aule. “Ad ogni buon conto – dice il sindaco Laurino – la legge, dal momento in cui si registra la presenza del gas Radon, concede a chi di dovere tre anni di tempo per prendere eventuali provvedimenti tendenti a risolvere il problema alla radice. Ciò vuol dire – commenta il sindaco – che anche le norme suggeriscono indirettamente di non allarmarsi. Capisco l’apprensione dei genitori – chiude Laurino – ma stiano tranquilli, perché noi, in quanto datori di lavori insieme alla scuola,  abbiamo alta premura della salute dei bambini, perché, tra l’altro, siamo responsabili della sicurezza sul lavoro di tutti gli utenti e operatori scolastici”.

L’articolo è stato pubblicato da Il Quotidiano del sud del 10 ottobre 2015

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