Riflettendo su B. Telesio

Riflettendo su Telesio, nato a Cosenza il 7 novembre 1509 e morto nella stessa città il 2 ottobre 1588; l’opera sua più importante: “De rerum natura iuxta propria principia”. Filosofo naturalista dell’Umanesimo – Rinascimento,  a lui si ispirarono G. Bruno, T. Campanella, F. Bacone e Cartesio.

Testo da recitare

 

Tutto intorno a noi palpita….tutti sentono e palpitano… tutti nel silenzio sentono il respiro degli altri, e nel sentire l’altrui respiro la vita ci attraversa…dolci grida di armonia…sospiri profondi della materia nel suo dilatarsi e nel suo restringimento.

Palpita la pietra grezza…..che al calore si trasforma….e si adegua placida  alle attenzioni delle sue creature, essa è grezza, informe,  ma si leviga,  si ingrandisce o si irrigidisce…col caldo e col freddo..Col calore si plasma e si adegua alle dita di queste amorevoli fanciulle….da pietra grezza… esse son diventate levigate…. E generano sensazioni indefinibili ….sentimenti di piacevole accoglienza…

Scena dei sassi (otto fanciulle in scena più una voce narrante)

 

 

Tutto intorno a noi palpita, si trasforma e si auto conserva come le piante: il seme che diventa virgulto; questo cresce rigoglioso, quando il freddo allenta le sue morse, e il tepore avvolge di sé tutte le creature…poi le gemme, il fiore, il frutto….infine il nuovo seme….Tutto palpita intorno e diventa eterno, nell’eterno fluire…

Scena delle piante (Come sopra)

 

 

 

Tutto palpita intorno a noi e dentro di noi….Temperamento polemico…temperamento sanguigno…umore allegro….introverso…stato di agitazione…stato di introversione…stato di rabbia….stato di depressione…stato di solitudine…distendetevi su un prato in fiore…respiratene le essenze…fatevi accarezzare  dal vento….assaporate le muffe delle foglie in putrefazione…nutritevi dei frutti spontanei della terra…uscite così fuori di voi…..entrerete così nelle pieghe dell’universo.

Scena sull’indole

 

 

 

 

 

Le passioni, a causa delle quali, a volte, ci si può addormentare in un sonno profondo, alimentano un brivido misterioso e in armonia con tutte le altre creature. Esse certo non sono proprio impresse da Dio , ma dallo Spirito tratto dal seme. Infiniti sono i semi e tutti i semi sono in tutto. Tutto in tutto….. Il cielo e la terra sono destinati a trasformarsi o a perire.

Come quando dai monti alla vallata i fulmini imperversano e scuotono la terra, di paura atterriscono le creature tutte, cosi ci squarcia amore e siamo senza volerlo attraversato come da fulmine in tutto il nostro corpo che poi  diventa umore, passioni incontrollabili, tenerezza, dolcezza, odio , gelosia, fuoco e calore e cosi, tra sentimenti contrastanti, il nostro cuore si dilata all’amore.

Se non si sveglia quel che si chiama spirito che dorme, ben poco ci resta.

No!… no!….non inseguiamo il consiglio di Agostino: redi in te, in interiore hominis habitat veritas, ma inseguite il mondo, inseguite la natura, sperimenterete voi stessi. Dobbiamo cacciarci interamente fuori di noi, per essere noi stessi: nei fiumi, nei ruscelli, nel vento, nella pioggia, nelle nuvole, nel mare,  nei grandi oceani….essi sono parte di me….

Scena sull’amore

 

 

 

 

Ospite sono del regno che cambia

Ingordo di stelle luccicanti

Di venti fulmini e mari

Di colori e sapori

Mi espongo al crollo e alle rovine

Pensare mi riesce

Che sempre mi riserva sorprese.

 

Al rogo!…..Al Rogo!…..Al rogo!…. sei un eretico!…sei un eretico!….(gridano le fanciulle)

 

 

Non sono un eretico…so che Dio non centra per spiegare quel che ci circonda…nel fragore del vento, nel brillare della luce, nel travolgere delle passioni, nell’armonia dell’universo, non vi è niente di divino, Nihil divinum amiratione dignum…niente che non si spieghi col caldo e il freddo…

 

 

Fine

 

 

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