Quando si vuole ignorare il confine tra il diritto privato e il diritto pubblico …..

Per rigenerare la nostra società, occorrerebbe che ciascuno di noi sapesse, in modo chiaro il confine tra il diritto privato e il diritto pubblico. Quando le due sfere si confondono, allora la corruzione non può che dilagare, come un male in metastasi, minando il tessuto connettivo di un paese. Allora, nella società, ci saranno anarchie, arrivismi, atti e scelte ingiuste per favorire i più forti, i più influenti. A poco vale la lotta alla corruzione, se essa non è coadiuvata dal comportamento etico dei cittadini. Ecco allora a cosa serve la cultura: migliorare i rapporti fra le persone, utilizzando un codice etico collettivamente condiviso per meglio conoscere fin dove arriva il diritto privato, con i relativi doveri, e dove comincia il diritto pubblico. Ciò che non è mio,  appartiene alla collettività;  ciò deve essere trattato in modo diverso. Se la collettività mi paga, io devo rispondere non alle mie esigenze ma alle richieste della collettività, mettendo da parte il mio egoismo. La fede laica deve essere: quanto più aumenta il benessere della collettività, tanto più, di conseguenza, aumenta il mio.  Se timbro il cartellino ed evado il posto di lavoro, questo è furto; Se evado le tasse, ci sarà qualche altro che ne pagherà di più; se compro un posto di lavoro, lo rubo a chi, per merito, ne avrebbe diritto; se percepisco una tangente, l’importo sarà sottratto alla qualità di un’opera pubblica; se la politica è arrivismo, il paese non può che soffrirne.

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