Tutto è fluido, niente permane.

Tutto è fluido, niente permane. Il capitalismo da verticale, poi orizzontale, oggi è diventato capitalismo circolare

 

La caratteristica principale della società contemporanea è la sua liquidità. Tutto sembra fluido, tutto si scioglie e niente permane. Tutto ciò genera rassegnazione, vita vissuta secondo le abitudini di tutti, le consuetudini, il consumismo. Già ma anche questo è frenetico e genera uno stato di ricerca continuo. La stesa sorte  tocca al capitalismo, alla politica, alle istituzioni. Tutto sembra vecchio nel momento in cui viene messo in atto. In questo mondo dove tutto è volubile, le decisioni della politica sono già obsolete prima ancora di diventare leggi. Anzi non si fa in tempo a porre in essere un provvedimento che già è diventato vecchio e non adatto alle esigenze della collettività. In un contesto del genere non c’è un tempo per essere giovane, non c’è un tempo per essere adulto, non c’è un tempo per essere vecchio. In questo processo che ci sfugge continuamente di mano, succede che il figlio divora continuamente il padre. Tutto è fluido appunto. I cambiamenti ci sfuggono perché non abbiamo il tempo per rendercene conto. Allora piuttosto che vivere gli eventi siamo posseduti e sbattuti dagli eventi. Si fa fatica a mettere in atto o mettere in campo delle riforme istituzionali, perché prima che nascano già sono superate. Gli uomini fanno fatica a sedimentare quanto succede loro intorno, perché troppo veloce, tropo al di sopra delle loro possibilità. Anche a proposito del capitalismo si può dire che agli inizi era di natura verticistica, e tra le classi più deboli e i capitalisti c’era di mezzo lo stato a mediare; poi il capitalismo cambia se stesso e diventa lineare ed estromette lo stato dalle proprie decisioni e dai propri mercati. Già, per abbattere la concorrenza nascono allora i cartelli, le holding, e si avvia così una concentrazione sempre maggiore di capitali nelle mani di pochi. Ma se l’economia non gira e i risparmi diminuiscono, il capitale cerca di conservare se stesso, il capitalismo diventa quindi circolare, che ipotizza come fine la propria autoconservazione, frodando i risparmiatori e sottraendosi al fisco con i paradisi fiscali. Diventa così disumano, spavaldo e cerca di sottrarsi dalle regole del mercato e del potere politico.

22 Maggio 2016

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