Il Murale cancellato

 

 

 

murale cancellatoSANT’ANGELO LE FR. –  Uno dei murali di prima  generazione ( tra il 1996 e il 1999) realizzato da Michele Giglio nel 1997 è  stato cancellato. Chi lo ha stabilito e quali siano state le ragioni non è dato saperlo. Ad ogni buon conto gli amministratori, direttamente o indirettamente, ne sono responsabili. Uno dei soci dell’APV, Arte per la Valle, il pittore Vincenzo Amodeo è rimasto indignato e di questo atto ne ha fatto volantinaggio, con la speranza di avere  dagli amministratori una possibile risposta. Ma io temo che rimarrà deluso; né Amodeo può sperare che la gente, in coro, si scuota e reagisca, perché la comunità sembra non  capisca il valore di questi dipinti e quindi immagino rimarrà indifferente. E rimarrà indifferente ancor più se i dipinti non hanno alcun legame con la storia del paese. La verità è che ci sono diversi murali, fra i cento che svettano sulle pareti del centro storico, che sono dettati dall’improvvisazione e che nulla hanno a che fare con la storia del territorio e molti di questi sono stati realizzati dall’APV. Forse chi decide il soggetto da dipingere dovrebbe avere l’umiltà di ascoltare il territorio e conoscere la storia della paese. Ad ogni buon conto, i murali di prima generazione, quelli che sono stati realizzati dall’ associazione arperc,  si ispirano a motivi mitologici e i soggetti ritratti hanno stretto legame con la roccia, di qui la vicinanza con le prime abitazioni della gente del posto, ricavate nelle grotte. Da questo punto di vista,  prima della realizzazione, io immagino che, in questa prima fase, ci sia stato  uno studio e uno sforzo di ricerca. Il murale cancellato ritraeva Pegaso, il cavallo alato, nato dal collo di Medusa; questo avrebbe dato un calcio al monte Elicona nel mentre si svolgeva una gara di canto tra le Muse e le Pieridi. L’Elicona, per effetto di questo calcio,  si sarebbe innalzato fino all’Olimpo e poi su di esso avrebbe fatto sgorgare una sorgente chiamata appunto la “sorgente del cavallo” da cui  si dissetavano le muse prima del canto. Pegaso dunque è diventato, nel tempo, simbolo dell’immaginazione critica, del furore poetico e dell’ispirazione in campo artistico. Quel cavallo, con le ali, a cui forse nessuno ci ha mai fatto caso, in venti anni di storia locale, ha le sue origini nel mito, e, prima di dipingerlo, l’autore si è dovuto documentare e certamente aveva le qualità per farlo. Io mi chiedo chi ha deciso di cancellarlo, dopo tanti anni di permanenza su quella parete di Via Umberto I , prima, ha mancato di rispetto  nei confronti dell’artista, in secondo luogo, non ha mai riflettuto sul significato che esso rappresentava? Il pretesto per cancellarlo: il rifacimento dell’intonaco deteriorato. A questo punto sorge spontaneo un interrogativo: Perché non cancellare su altre tre pareti della stessa casa Il Mosè,  la raccoglitrice di pomodori e lu muzz’ch’? E dire che il murale cancellato era stato, qualche anno fa, anche restaurato. Visto che doveva essere cancellato, perché sciupare così il denaro pubblico? Se i murali non vengono tutelati come patrimonio culturale pubblico da un disciplinare, chiunque può, a un certo punto, decidere di disfarsene e dare nuovo look alla propria casa. E se i cittadini dovessero fare domanda al comune per la cancellazione di altri murali, chi può decidere se questo si può cancellare, l’altro no, senza un regolamento?. La discrezionalità dell’amministratore non è sufficiente a stabilirlo, anzi può diventare addirittura ingiusta e iniqua. Qualcosa del genere è anche successo a Satriano, perché non dovrebbe succedere a Sant’Angelo?  Anzi, a Satriano, per un caso del genere, è insorta la minoranza ed ha preteso un incontro chiarificatore,  con la partecipazione anche, dell’associazione culturale APV. E se non si vuole redigere un regolamento, perché continuare a farli i murali? Tanto si possono distruggere in qualunque momento. Una timida risposta da parte degli amministratori è trapelata: non vi preoccupate, tanto al posto di quello, ne facciamo un altro. Domanda: è una buona ragione per disfarsi di un murale che era, gioco forza, già storia di questo paese?!… E se un  nuovo murale si farà, la domanda è: con quali soldi?!……Anche a volerlo sostituire, il vecchio è finito per sempre.

18 luglio 2016

Un commento

  1. Con molto piacere accolgo quanto espresso con il presente articolo. In tanti restano indifferenti alle problematiche che stanno emergendo circa i murali, ma chi di cultura se ne intende non resta indifferente. Ringrazio pertanto il Antonio Monaco per le sue riflessioni e per la sua attenzione ai problemi.

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