La strada bagnata

 

Libro La strada 2

 

Presentazione

Il libro, dal titolo La Strada Bagnata, di Marianna Montenero, propone  la narrazione di cinque storie  che ruotano intorno alla vicenda semplice ma, al tempo stesso, toccante e imprevedibile di Gaetano Spera, postino della cittadina di San’Angelo le Fratte. Tutte le vicende, secondo me,  si intrecciano tra loro con la tecnica del’entrelacement. Cioè tutte le storie hanno vissuti di natura vero – simile ed esistenziale, con protagonisti ed epiloghi diversi ma  tutte sono legate direttamente o indirettamente alla storia principale di Gaetano. Ho detto prima, postino di Sant’Angelo, certo perché le vicende sono  ambientate sia nell’abitato del paesino della valle del Melandro che nelle contrade viciniori. Intanto nella narrazione sono riconoscibili alcuni cognomi tipici delle famiglie del  paese, Ruggiero, Fiore, Spera, Romano;  sono, a più riprese, menzionate alcune strade del centro abitato, come, via Regina Margherita, Via Umberto I, G. Marconi, Via delle Cantine, l’eremo francescano in C/da Campo di Venere; si fa cenno ai murali ad esempio, “la figura massiccia di Mosè” sulla roccia, ad alcune sculture, come, La donna con la culla, simbolo della vita; dell’uomo con l’organetto;   dei due innamorati e fa, poi,  anche cenno al presepe vivente,  di cui a un certo punto del raccontare si dice: “un fulgore di atmosfera natalizia, allietata dagli antichi mestieri”. Vengono menzionati poi i paesi della valle del Melandro come Tito, Savoia, Vietri di Potenza. Le vicende sono tutte inventate dalla  fantasia della scrittrice, già alla terza pubblicazione dopo In Un Pensiero Solo (raccolta di poesie) Bianche Ali (romanzo)  Le vicende di cui prima vengono ambientate nelle  vie del centro storico di Sant’Angelo, anche se – confesso – mi riesce difficile capire il nesso causale tra le vicende narrate e le stesse ambientazioni che tra l’altro mi sembrano genericamente descritte.  Mi viene da pensare  che lei ha visitato il nostro paese, ne è rimasta suggestionata ed ha considerato la location come giusta cornice per le sue storie. Non mi convincono molto neppure le coordinate temporali, perché tutte le vicende narrate, si svolgo tra il dicembre 1994 alla primavera del 1996.  Però  l’eremo, visitato da alcuni suoi personaggi, aprì i battenti in Campo di Venere il 1 ottobre del 2001, i primi murales comparvero sui muri solo nell’estate del 1996, la prima edizione del presepe vivente fu fatta nel 2004. Or dunque bisognerebbe, per fare quadrare i conti, spostare le coordinate temporali di almeno un decennio, anche se siamo in presenza di storie di fantasia, queste dovrebbero, comunque, avere, secondo me, un punto di partenza spazio – temporale oggettivo. Ma al di là di queste riflessioni di cornice, è innegabile che, nell’opera, che possiamo inserire nella rosa dei libri della letteratura impegnata,  ci siano riflessioni straordinarie sull’amore, sulla necessità di rapporti autentici fra gli uomini,  soprattutto, oggi,   in un’epoca in cui tentiamo di isolarci e pensiamo di essere autosufficienti. Sono storie quelle raccontate che inducono ad un cammino interiore. Rivedere noi stessi è importante ed è altrettanto importante farlo spesso, per ricominciare a vivere, senza mai vergognarsene. Noi tutti abbiamo la tentazione di considerare le diverse sfumature dell’amore e siamo portati, talvolta,  a concludere che ci siano diversi tipi di amore. In realtà di amore ce n’è uno solo, eccolo: amare senza aspettarsi di ricevere niente dell’altro.  Diciamolo meglio: “Ho bisogno dell’altro, perché amo”; e non il contrario: “amo perché ho bisogno dell’altro”. – Come ci fa riflettere E. Fromm nel suo libro, L’Arte di Amare. Questo genere di amore che, secondo la logica umana, è assurdo e inconcepibile, diventa rivoluzionario ed è l’unico che trasforma gli altri e noi stesso.  Il protagonista, del libro,  è il postino, Gaetano Spera, che, con il suo lavoro, fatto con dedizione e generosità, riesce a risolvere vicende esistenziali delicate. Questi, un bel giorno, scopre che il suo collega Fiore, non consegna la posta, ma anzi si dirige in fretta e furia in aperta campagna e, dietro una siepe, scava una buca e nasconde il sacco della corrispondenza senza consegnarla. Gaetano è tentato di denunciarlo, ma il rischio è che il collega possa perdere il posto di lavoro. E poi ci vuole comprensione. Fiore ha una figlia  gravemente malata e non riesce a fare bene il proprio lavoro e, soprattutto, non ha il tempo materiale per consegnare la posta, perché deve stare vicino alla figlia, per accudirla. Fiore capisce la situazione e prima di compromettersi, decide di  mettersi in aspettativa per motivi di famiglia; il direttore delle poste concede a Gaetano di caricarsi del lavoro del suo collega. Gaetano accetta; ma vuole capirci sulla corrispondenza sotterrata dal suo collega. Gaetano decide di non denunciare  Fiore, ma vuole recuperare la corrispondenza e così scoprirà storie di amore ma anche di delusioni e di sofferenze espresse in alcune lettere, a cui, forse, nel suo piccolo, riesce a dare un contributo al fine di  una soluzione. La corrispondenza di Fiore si è deteriorata con l’umidità e Gaetano farà un lavoro certosino di asciugatura, poi cercherà di trascrivere i testi, perché in alcuni tratti, la grafia è illeggibile  e, in un secondo momento,  cercherà di farla raggiungere alle persone interessate, sottraendo se stesso e le poste dalle loro responsabilità. Eccole le storie: l’amore di Alice per Michele; l’amore di Marta, una vedova di mezza età, per Aldo, un uomo viscido e bugiardo il cui obiettivo è la seduzione; la brutta storia di Patrizia con  Pietro Marotti, uomo violento e possessivo; la storia di trapianto di  Marco Daini; infine la storia di Padre Carmine, responsabile dell’eremo in Campo di Venere. Gaetano non è un semplice postino, ma è uno che ha accudito la madre quando era in vita e,  soprattutto, quando era  in uno stato di bisogno, con grande dedizione; è uno che divora libri di ogni genere; insomma è un postino di cultura e di grande sensibilità. Quando si dice il miracolo della cultura!… Il postino preleva la posta, la fa asciugare e poi trascrive le lettere che ritiene siano degne di importanza. Scarta la corrispondenza di pubblicità e sceglie le lettere con le storie  vissute, quelle fatte di umanità.

 La prima lettera che il postino cerca di decifrare viene da Miami ed è datata 16 dicembre 1994. E’ la lettera di Michele che rassicura Alice del suo amore e promette di ritornare nella cittadina appena possibile, sposarla ed aprire una galleria d’arte. Michele era partito da diversi mesi.  L’obiettivo?  Guadagnare un gruzzolo di soldi per poter aprire la galleria.  Alice, da tempo non riceveva più sue notizie, e la sua inevitabile sofferenza  l’aveva confidata a Marta, altra protagonista sofferente del libro, perché rimane presto vedova e poi perché si innamora, una seconda volta, di un uomo sbagliato. Alice aveva già perso le speranze di questo amore, anche perché non aveva di Michele nessun recapito, né aveva ricevuto sue notizie. In realtà, Michele le aveva scritto, solo che la sua lettera era finita nella buca, dietro la siepe, insieme ad  altre lettere che  Fiore aveva seppellito. Alice aveva conosciuto Miche proprio a Sant’Angelo, mentre dipingeva uno dei Murale, un Calesse Carico di grano con una coppia di contadini.  Si sono incontrati e si sono innamorati, ma mentre il murale si realizzava, esso diventava sempre più bello, perché l’autore aveva una fonte di ispirazione: gli occhi di Alice. (Quando si dice che anche nella realizzazione dei murali ci vuole una fonte di ispirazione, per non cadere nell’improvvisazione!….)  Ora immaginate se questa lettera trascritta da Gaetano il postino, non fosse stata recapitata!? … quale sarebbe stato lo stato d’animo di Alice!?  La lettera anche se ricopiata e fatta recapitare, in un tempo diverso,  riaccende la speranza in Alice. Infatti, i due ristabiliranno i contatti e coroneranno il loro sogno: si sposeranno e Michele  aprirà la sognata galleria.

 

La lettera di Patrizia, 21 dicembre 1994: Patrizia fugge di casa col proprio figlio, perché non riesce a vivere  col marito violento e possessivo,  (fino al 3 agosto del 2016, In Italia si è consumato il 60 atto di violenza nei confronti delle donne) Michele è tanto violento che ha avuto l’ardire di schiacciare due dita al proprio figlio. La vita di coppia diventa insostenibile e la donna decide di fuggire, aiutata da un’associazione di volontariato, in un luogo nascosto. Cambia anche l’indirizzo della corrispondenza che arriverà direttamente al padre, ignorando il marito. Un bel giorno, 26 giugno 1995,   i genitori di Patrizia convincono Gaetano di portare l’ultima lettera al marito rifiutato, Pietro Marotti. Ma cosa si dice in questa lettera? Genericamente: Ho avuto una relazione con un altro uomo, ho contratto l’HIV. Ovviamente è una bugia, ma è un modo per fare rassegnare il marito a cancellarla dalla sua mente, per il bene di tutti, ma soprattutto per il bene e la serenità del figlio che aveva del padre terrore.

 

Marco Daini 19 dicembre 1994: Marco Daini, un giovane che vive a Bologna, scrive una lettera perché vorrebbe conoscere la persona che gli avrebbe donato il midollo osseo e si rivolge alla  famiglia donataria conosciuta genericamente come la famiglia Marconi, residente in Sant’Angelo le Fratte. Di questa però è viva solo la moglie Simona Marcone.  In questa lettera si esprime anche il desiderio di conoscere il donatore, insomma colui il quale gli ha fatto dono di continuare a vivere. Simona, rimasta intanto vedova di Giacomo, uomo generoso e il vero donatore del midollo, ricevuta la lettera,  si commuove e decide di incontrare Marco a Bologna, vedendo in lui la continuazione della vita, la reincarnazione di suo marito . Anche questa storia era raccontata in una quelle lettere seppellite.

Biagio Tripodi 20 dicembre 1994: Biagio Tripodi, insegna all’Università di Napoli, ed ha fatto una lunga esperienza nel silenzio di Campo di Venere, scrive una lettera di ringraziamento a padre Carmine, responsabile e anima dell’eremo, ma anche questa finisce sotto terra e poi recuperata da Gaetano. Il postino un bel giorno si reca nella contrada e fa recapitare la lettera, anche questa trascritta, con la quale Tripodi ringrazia il padre per averlo aiutato  a capire la differenza tra “prezzo e valore” e soprattutto per avergli fatto capire l’importanza del “perdono”. Noi siamo abituati a valutare in base al prezzo le cose e le persone, ma non è detto che il prezzo coincide con il valore. Immaginate un sorriso: che prezzo può avere!?.. Ma di sicuro ha un valore umano enorme.  Il miracolo è che anche Gaetano rimane affascinato dalle parole del padre e soprattutto rimane colpito della disponibilità all’accoglienza di questo uomo che nell’aprirsi agli altri non fa certo differenza, di sesso, di stato sociale o altro. Anche padre Carmine ha avuto una sua storia di amore con una donna, finita male. Ma egli, non ancora religioso, non si abbatte e il suo amore diventa altruismo,  scoprendo così la vocazione cioè la donazione totale non verso una sola persona ma verso tutti.

Lettera di Gaetano Spera del 26 dicembre 1995 a Marta Romano

Una di quelle lettere era finita per distrazione dietro il comò di casa del postino, durante l’asciugatura,  ed era indirizzata a Marta Romana. Il rinvenimento avviene un anno dopo, per caso,  appunto nel dicembre 1995. A questo punto il postino si deve scusare del madornale errore e invia contestualmente alla lettera scritta da Aldo, imprenditore tessile in quello di Salerno, il seduttore, nel dicembre 1994, più un’altra lettera di accompagnamento con le sue scuse. Qui  il tempo gioca un ruolo importante e diventa provvidenziale, perché se quella lettera fosse arrivata in tempo, sarebbe stata una tragedia per Marta e di sicuro avrebbe alimentato odio e rancori vendicativi duraturi, di quelli che si provano quando ci si sente traditi.. Quando si dice: non tutti i mali vengono per nuocere!…  Invece, recapitata un anno dopo, cioè dopo un anno di cancellazione di Aldo dalla mente della donna, non fa che confermare quanto Marta già sapeva dell’uomo squallido che era Aldo, colui che aveva provato solo a sedurla. Questa scoperta viene fatta già nel dicembre del 1994 da  Marta  insieme ad Alice, le quali insospettitesi per la  mancata presenza e per il mancato regalo promesso da   Aldo alla vigilia di Natale 1994, si recano a Salerno, ove si trovano i suoi uffici, scoprono Aldo ad amoreggiare con la sua segretaria in una bella villa di Salerno. Aldo, però, resosi conto del male che il suo tradimento avrebbe potuto arrecare alla donna, aveva scritto una lettera a Marta, dicendole sommariamente: non posso venire a Natale e non  posso mantenere la promessa di sposarti, perché ho contratto una grave malattia. Io ho deciso di partire e ritengo che sia  meglio che nessuno sappia dove io mi trovi, perché voglio vivere in un luogo dove nessuno mi conosce. Qui la bugia si associa alla meschinità!… Questo mancato recapito di lettera e il successivo recupero da parte di Gaetano con la relativa lettera di accompagnamento, avvicina, nel volgere di quattro mesi, i due: Marta e Gaetano, due persone dello stesso paese che si conoscevano solo di vista;  mai si erano scambiati una parola; mai c’era stata un’occasione per potersi conoscere. Si incontrano a causa della lettera, si conosceranno e  si meraviglieranno di non essersi mai incontrati prima. Riflessione: le persone ci passano a fianco, ma non li conosciamo, perché, come dice Pirandello, a noi fa comodo inquadrare gli altri in una forma, in un pregiudizio di comodo. Il pregiudizio, anche se benevole, è sempre sbagliato. E poi incontrare gli altri implica un impegno. Ci vediamo, ci salutiamo, ma non ci conosciamo. Ecco a cosa servirebbe la cultura, eliminare i pregiudizi per scoprire il cuore degli uomini, per scoprire le nostre fragilità, perché queste ci rendono più umani; per scoprire le risorse e le sensibilità. Questo andrebbe fatto con amore, con  dedizione. I due si accorgono di stare bene insieme e così decidono di costruire un significativo  progetto di amore che coroneranno sul bel vedere, nell’area delle cantine . E cosi, dopo un violento temporale, un po’ per tutti arriva il sole a ridare vita alle creature. Ciò che conta è che ci siano uomini disposti ad incontrarsi e che non si abbandoni mai la speranza, leva potete che ci fa guardare al futuro.

Il libro è in vendita presso l’edicola – libreria Every Day

 

 

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