Nei vicoli si intrecciano fantasmi
E si addensano ricordi confusi
che lentamente si spengono.
Qui sempre meno si grida per doglie
Qui solo frammenti di muri piangono.
Qui, in ogni scivolo di sabbia,
C’è solo l’inevitabile respiro dell’universo.
In un angolo, piange un’“Ave Maria” la donna
Che consuma il suo tempo, nella noia,
Mentre l’anziano fa scivolare,
Tremulo, un cucchiaio di brodo.
Un cane rognoso
si lecca le ferite,
fra i resti di un portale.
E un uomo si appresta a partire,
Sperando di non farvi più ritorno.
Porta con sé i figli,
La donna dai capelli scomposti,
Dalle mani irruvidite,
In cerca di un futuro,
In un angolo di mondo.
L’utilitaria, sbuffando, si allontana.
Guardano, con rabbia,
Ciminiere di gas in combustione,
Partono in cerca di fortuna
I figli del petrolio che semina paura.
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